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A.B. 29 luglio 2015
Detenuto sardo suicida a Terni
Un 48enne originario della provincia di Sassari si è impiccato con un lenzuolo annodato alla finestra. «Ennesimo evento luttuoso e preoccupante», commenta il senatore del Pd Silvio Lai


SASSARI – Un 48enne originario della provincia di Sassari, detenuto nel carcere di Terni con una pena di otto anni, si è impiccato con un lenzuolo annodato alla finestra. Ha approfittato dell'assenza dei suoi compagni di cella, fuori per le attività quotidiane. L'intervento degli agenti penitenziari non è riuscito ad evitare il peggio.

«Vogliamo innanzitutto condividere il dolore dei familiari di un nostro concittadino che si è tolto la vita mentre stava in un carcere. Non sappiamo le cause né conosciamo le circostanze, ma si tratta dell’ennesimo evento luttuoso che avviene in un carcere del nostro paese, nonostante gli sforzi quotidiani degli operatori e le scelte politiche di questi ultimi mesi. Non può essere considerato solo un numero che si aggiunge a tanti altri ma deve spingere tutti ad una riflessione sulla condizione carceraria in Italia e su cosa fare per prevenire fatti come quello accaduto oggi», commenta il senatore del Pd Silvio Lai.

«Abbiamo parlato di numeri, perché son quelli che danno la dimensione di un problema da affrontare. E in questo caso i numeri parlano di venticinque suicidi in carcere dall’inizio dell’anno. Erano quarantaquattro nel 2014. Ecco, questo fa capire come sia diventato oramai necessario un intervento legislativo, ma non solo. Perché dietro ad un atto così estremo come il suicidio si deve riuscire ad andare anche al di là dei numeri, per guardare ad ogni singolo caso e al sistema carcerario italiano in generale. Nel caso dell’Italia, l’Unione Europea è intervenuta in modo pressante ed in più di un’occasione per far sì che si diffonda una vera e propria cultura della prevenzione. Questo vuol dire agire su quella che i medici chiamano “perdita di ogni speranza”, ma significa anche rivedere e ripensare alla funzione del carcere, perché non si tratti solo di strutture per punire e/o reprimere ma che rappresentino anche o soprattutto occasioni di recupero. È impossibile e non è neanche giusto entrare nel merito delle storie personali di chi arriva a decidere di privarsi della vita. È nostro compito, e non mi riferisco solo alla politica, cercare di fare in modo che eventi come quello accaduto oggi non si ripetano. Per fare questo dobbiamo iniziare un lavoro dalle fondamenta. Dobbiamo partire dal rispetto che si deve ad ogni essere umano, a partire da chi ha sbagliato», ha concluso il senatore Lai.
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