Paolo Truzzu
21 aprile 2015
L'opinione di Paolo Truzzu
Il sistema della formazione sardo rischia di saltare
Burocrazia, sistemi informatici inefficienti e mancata erogazione dei fondi per le attività già svolte stanno decretando la morte della formazione in Sardegna. La prima conseguenza di tutto questo è che è a serio rischio la prosecuzione dei corsi Oss e l'avvio dei quelli di Garanzia Giovani su cui Europa, Governo e Giunta Pigliaru tanto hanno investito. Ma è l’intero sistema della formazione che rischia di saltare.
Gli istituti sono imbrigliati nella morsa dell’assistenza tecnica regionale che, invece di aiutarli e semplificare le procedure, li costringe in lungaggini burocratiche che rendono biblici i tempi di pagamento. Strozzati da un indebitamento continuo, le strutture vivono nella seria difficoltà, se non nell’impossibilità, di pagare gli stipendi ai dipendenti. La Regione dovrebbe dare immediato ossigeno agli enti formativi, saldare il pregresso, al fine di consentire una buona programmazione futura dei corsi Oss e Garanzia Giovani. Per questo oggi chiederò al Presidente della commissione Lavoro, Gavino Manca, di convocare i sindacati e le associazioni di categoria (Cesfop e Coreform) per un'audizione immediata, di modo da chiarire la reale situazione dell'intero sistema di formazione.
Il problema, infatti, non riguarda, solo i tanti senza lavoro o i giovani in dispersione scolastica che non possono iniziare il loro percorso formativo e di reinserimento lavorativo. A rischio sono quasi 200 dipendenti, i tanti docenti e l’esistenza stessa dei vari istituti. La Regione chiarisca quale sia la sua visione sul sistema della formazione affinché non si ritorni ai tempi della Giunta Soru. È inutile promettere l'assegnazione di nuovi fondi, puntare su programmi come Oss e Garanzia Giovani, se poi materialmente non si garantisce la fattibilità dei corsi già avviati perché si è schiavi di qualche burocrate o di un sistema di assistenza tecnica degno del miglior Uccs (Ufficio complicazione cose semplici). Nessuno si dimentichi che in gioco non ci sono dei freddi numeri, ma la vita e il futuro di tanti giovani e lavoratori.
*Consigliere regionale di Fratelli d’Italia-An
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