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Daria Chiappe 4 marzo 2015 video
Amarcord, Rossella Brescia si racconta| Video
Si è concluso con successo a Sassari il tour dello spettacolo interpretato dalla ballerina Rossella Brescia e dal danzatore di “Amici” Nicolò Noto. A precedere l’appuntamento a Teatro, un incontro di presentazione ed approfondimento di “Amarcord” al Liceo Azuni di Sassari, tra il pubblico, la danzatrice e l’esperto di cinema Sergio Scavio


SASSARI - Chissà come sarebbe stato come coreografo Federico Fellini, se non avesse scelto la fortunata strada del cinema. In fondo nei suoi film la musica ha sempre avuto un ruolo centrale ed egli ha puntualmente tentato di armonizzare tra loro note, emozioni, storie e corpi, comportandosi così come un regista della danza e dando vita, probabilmente senza saperlo, a poetici balletti di ricordi e racconti. Sicuramente però se avesse dovuto realizzare un’”Amarcord” danzato, la sua versione non si sarebbe discostata troppo da quella proposta da Luciano Cannito, non a caso apprezzatissima dall’erede più diretta del regista, Francesca Fellini. Identico al film per immagini, sensazioni ed impostazione infatti, l’Amarcord andato in scena sabato scorso al Teatro Comunale di Sassari, sembrava catapultare sul palcoscenico tutti i personaggi della pellicola, scoperti improvvisamente dal pubblico abili nel ballo e nel raccontare la stessa storia anche a passi di danza.

Ecco dunque muoversi in una Rimini degli anni Trenta la più bella del paese, Gradisca, interpretata dall’azzeccatissima Rossella Brescia, che con le sue gambe ha fatto sognare il pubblico della danza e con il suo corpo seducente il giovane Titta. Impersonato dal tecnico e molleggiante ballerino di amici Nicolò Noto, Titta non è altro che Fellini adolescente, ossessionato dalle forme prorompenti della mastodontica tabaccaia, innamorato dell’irraggiungibile Gradisca, turbato dalle domande osé di un prete troppo fantasioso e figlio di una famiglia stramba, chiassosa e litigiosa, ma teneramente unita nel momento del bisogno.

Un giovane in balia dei fermenti interiori legati all’età, che sogna e incassa i primi colpi dalla vita:la perdita della madre, il matrimonio della donna amata con un carabiniere e l’instaurarsi di una dittatura, che inizialmente umilia il padre e poi tutti gli altri. Uno splendido affresco italiano, reso poetico e malinconico dall’ingenuità e semplicità di quegli anni e dalla voglia di vivere della gente, ma anche amaro dalla contestualizzazione storica e soprattutto veritiero dagli abiti, dal look e dalla musica anni Trenta. Il tutto proposto al pubblico così come pensato da Fellini, attraverso cioè sequenze di ricordi legate tra loro e scandite dal buio, paragonabile sul grande schermo a dissolvenze in chiusura ed apertura, che prima pongono fine e poi sanciscono l’inizio di nuove scene.

Momenti neri e vuoti di passaggio che sono stati riempiti dagli applausi degli spettatori, ai quali stavolta si è presentata anche l’occasione di conoscere da vicino gli interpreti della rappresentazione e i significati più profondi dell’opera filmica e danzata. Si è infatti tenuto sabato pomeriggio, prima della messa in scena, presso il Liceo Azuni di Sassari, un incontro pubblico interessante, arricchente e brioso, con Rossella Brescia e l’esperto di cinema Sergio Scavio, che hanno presentato lo spettacolo insieme all’opera e all’autore che lo ha ispirato, regalando ai presenti uno stuzzicante viaggio nel mondo del cinema e in quello della danza. Una anticipazione che sicuramente ha consentito di apprezzare ancor di più uno spettacolo di successo, applaudito anche dopo la chiusura del sipario. Un gradimento sicuramente derivato dalla volontà di non stravolgere una pellicola già assodata e di rispettarne la storia, l’immaginario e soprattutto le emozioni. «Quando guardo un film di Fellini – aveva detto Tim Burton – provo un profondo senso di gioia», ed è proprio con questo spirito che il pubblico di “Amarcord” ha salutato sabato scorso il magico mondo di “Io mi ricordo”.
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