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A.B. 1 novembre 2014
Comune di Olbia contro il degrado
Il sindaco Giovannelli ha firmato un’ordinanza che contiene disposizioni finalizzate alla tutela della sicurezza dei cittadini, al contrasto di situazioni di degrado ed all’incuria di immobili ad uso residenziale, commerciale, artigianale o di servizio


OLBIA – Il Comune di Olbia dice «no al degrado». Il sindaco Gianni Giovannelli ha firmato un’ordinanza che contiene disposizioni finalizzate alla tutela della sicurezza dei cittadini, al contrasto di situazioni di degrado ed all’incuria di immobili ad uso residenziale, commerciale, artigianale o di servizio. Gli interventi indicati nell’ordinanza dovranno essere attivati entro un mese dalla pubblicazione. Se necessario, l’Amministrazione Comunale può, se lo ritiene necessario, provvedere all’intervento sostitutivo, a spese dei soggetti inadempienti. Inoltre, in caso di inottemperanza all’ordinanza sindacale, tranne che per i casi previsti come reato o illecito amministrativo, porteranno all’applicazione di sanzioni amministrative.

Il documento è indirizzato praticamente a tutti (proprietari o titolari di diritti reali di godimento, conduttori di immobili a qualsiasi destinazione urbanistica adibiti all’interno del territorio comunale) e fissa alcune regole base: «predisporre il rifacimento delle facciate dei fabbricati, e dei relativi balconi, il cui degrado arrechi pregiudizio all’incolumità personale per il rischio attuale di cedimenti di parti di essere; provvedere alla sostituzione degli infissi danneggiati prospicienti la pubblica via o luoghi di passaggio e sosta di pedoni o mezzi; attuare la cancellazione delle scritte murali presenti nei prospetti dei fabbricati; sistemare il verde urbano che insiste sulle aree private ed invade gli spazi pubblici; garantire l’efficace chiusura degli immobili inutilizzati, pulire le saracinesche, togliere i rifiuti accumulatisi o gettati attraverso gli interstizi dei serramenti all’interno dell’immobile e pulire gli spazi rientranti rispetto al filo della facciata prospiciente la pubblica via».

Ma non è finita, visto che nell’ordinanza si richiede anche di «sostituire i pluviali o elementi aggettanti danneggiati prospicienti la pubblica via che possano arrecare pregiudizio all’incolumità pubblica ed alla sicurezza urbana; eliminare le infrastrutture e le reti tecnologiche, elettriche, idriche, fognarie e telefoniche dismesse e/o non conformi alle norme di sicurezza di cui alla legislazione vigente; oscurare le vetrine dei locali inutilizzati, attraverso modalità e materiali (tipo carta o cartoncino di colore neutro omogeneo, chiaro), tali da rispettare il decoro estetico delle vie e comunque di tenere pulite le vetrine stesse, conservandole libere (sia all’esterno che all’interno) da affissioni di manifesti, volantini, fogli di giornale e simili, post-it, annunci ed avvisi vari, anche se fatti da terzi con o senza fine di lucro, fatta eccezione per eventuali comunicazioni di trasferimento dell’attività in altro luogo o dell’offerta in vendita o locazione dell’immobile o del fondo; rimuovere le insegne degli esercizi cessati, con ripristino dello stato preesistente entro il termine di 90 giorni dalla cessazione dell’attività».
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