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M. P. 7 ottobre 2014
Tartaday, tartaruga liberata nel mare dell’Asinara
Giovedì 2 ottobre presso L´Osservatorio del Mare, nel Parco Nazionale dell´Asinara e Area Marina Protetta, è stata rimessa in libertà Esperance, un esemplare di Caretta caretta recuperata nelle acque della Corsica


PORTO TORRES - Giovedì 2 ottobre presso L'Osservatorio del Mare, nel Parco Nazionale dell'Asinara e Area Marina Protetta, è stata rimessa in libertà Esperance, un esemplare di Caretta caretta recuperata nelle acque della Corsica, in collaborazione con il Parco Internazionale delle Bocche di Bonifaccio. La giornata, il Tartaday, nata nell’ambito del progetto TartaLife, è dedicata alle specie di tartarughe in via d’estinzione, che sempre piu’ di rado si vedono nei nostri mari. Infatti la conservazione della tartaruga marina Caretta caretta, specie prioritaria inserita nella Direttiva Habitat e protetta da numerose Convenzioni internazionali, è minacciata a livello planetario da numerose attività antropiche.

Si stima che in Mediterraneo ogni anno la pesca professionale catturi accidentalmente oltre 130 mila esemplari. Il progetto TartaLife, condotto in collaborazione con i pescatori e promosso nelle 15 regioni italiane che si affacciano sul mare, si prefigge di ridurre la mortalità della tartaruga marina Caretta caretta indotta dalle attività di pesca attraverso la diffusione di soluzioni tecniche innovative, la formazione dei pescatori e il rafforzamento dei Presidi di recupero/primo soccorso. L'animale era stato preso in consegna presso la località di Santa Teresa di Gallura (Ot) dal personale del Parco delle Bocche di Bonifacio e dalla Forestale Corsa (Office National de la Chasse et de la faune sauvage) in seguito all’autorizzazione per il ricovero presso il centro recupero di Cala Reale da parte della Regione Autonoma della Sardegna, Servizio Tutela della Natura e Corpo Forestale Cites di Cagliari.


La tartaruga di sedici chili di peso era stata rinvenuta in stato di galleggiamento a Galeria in Corsica, ricevendo le prime cure dal Dott. Moisson, Responsabile del Centro di Cupulatta. La tartaruga aveva la natatoia sinistra amputata e presentava il moncone osseo dell’omero esposto, al di fuori dell’articolazione della spalla. La radiografia effettuata dal Dott. Moisson evidenziava la presenza di un amo all’inizio dello stomaco, a cui era collegata una lenza che è stata responsabile dell’amputazione dell’arto, dato che presumibilmente l’animale ha cercato di liberarsi in seguito all’ingestione dell’amo e ciò ha determinato lo strozzamento dell’arto a causa della lenza, blocco del ricircolo del sangue e conseguente cancrena e distacco. L'animale necessitava di intervento chirurgico per l’asportazione del moncone osseo e dell’amo, che sono stati eseguiti entrambi nell’ambulatorio veterinario del Centro di Cala Reale, che è parte integrante della Rete Regionale Conservazione mammiferi e tartarughe marine, Servizio Tutela della Natura dell’Assessorato Difesa Ambiente della Regione Autonoma della Sardegna.
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