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M. P. 29 luglio 2014
Visitabile il sito archeologico sommerso dell’Asinara
Per il terzo anno consecutivo a Cala Reale (Asinara) è possibile osservare il giacimento archeologico romano fino a metà settembre


PORTO TORRES - È un giacimento archeologico unico nel suo genere in tutto il Mediterraneo e fra i più suggestivi. Immersi nei fondali dell’isola dell’Asinara, quarantamila frammenti di anfore trasportate da una nave romana proveniente dall’odierno Portogallo, naufragata all’ingresso di Cala Reale in età tardo imperiale, potranno essere visitati sino a metà settembre. Il Comune di Porto Torres, in collaborazione con gli altri enti del territorio, ha promosso per il terzo anno consecutivo il progetto di sorveglianza e fruizione del sito archeologico sommerso che si trova su un fondale di circa sette metri.

I compiti di sorveglianza e di accompagnamento alla fruizione vengono svolti dal Cala D'Oliva Diving Center, che si occupa delle visite guidate in snorkeling e in apnea in concomitanza con gli orari di arrivo del traghetto della continuità territoriale, “Sara D”, e con i passaggi del trasporto pubblico terrestre dell'Atp. Fino a settembre, si potrà visitare il Relitto di epoca romana, che trasportava anfore contenenti prodotti a base di pesce, ora visibile a pochi metri di profondità, a poca distanza dal molo di Cala Reale. L’amministrazione comunale ha sostenuto la parte finanziaria del progetto relativa alla riapertura del sito e al riconoscimento di un contributo al Cala d'Oliva Diving Center. Alle operazioni ha collaborato anche il Nucleo Sommozzatori della Guardia Costiera, a supporto del Servizio Archeologia Subacquea della Soprintendenza, coordinato dalla dottoressa Gabriella Gasperetti, che ha diretto le operazioni di pulizia, allargamento e rimozione della rete di protezione del sito.

La Capitaneria di Porto ha provveduto ad emanare una ordinanza per disciplinare l'accesso al sito, programmando interventi di pattugliamento e sorveglianza durante l'intero periodo di apertura e fornendo, inoltre, un supporto di carattere logistico. L'Ente Parco ha predisposto la definizione del perimetro e la messa in sicurezza di quello che a tutti gli effetti deve essere considerato un vero e proprio sentiero naturalistico archeologico subacqueo. Un contributo operativo importante è stato fornito anche dalla Cormorano Marina, che gestisce il campo boe adiacente al sito.
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