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A.B. 19 luglio 2014
Filt Cgil: «Salviamo Meridiana, ma non con il metodo Alitalia»
Il segretario generale regionale della sigla sindacale Arnaldo Boeddu fa il punto sulla situazione della compagnia aerea e cerca soluzioni alternative


OLBIA - In molti, in questi ultimi giorni, stanno chiedendo un intervento per “Meridiana” simile a quello di “Alitalia”, ma il segretario generale regionale della Filt Cgil Arnaldo Boeddu, proprio non ci sta. «Da sempre –spiega - la Cgil e la Filt Cgil, hanno sempre dimostrato la centralità e l’importanza strategica dei trasporti nella nostra Isola e nel nostro paese. La compagnia Meridiana – precisa - è ben oltre i circa 2.500 lavoratori diretti, ma è una realtà dal punto di vista imprenditoriale, sociale e di presenza nella nostra Isola. Pertanto, deve essere considerata da tutti non solo come una semplice azienda ma, come “territorio” e come “relazioni” con l’Istituzione Sardegna e con il paese».

Il Pil generato annualmente dal gruppo “Meridiana-Akfed” è di circa 2miliardi di euro e gli occupati diretti ed indiretti generati sono stati stimati in circa 20mila addetti. «Per questo, la vertenza Meridiana non può e non deve essere vista come una vertenza della sola Sardegna e tantomeno del solo territorio gallurese. La vertenza ha una valenza di livello nazionale e come tale deve essere affrontata». Secondo Boeddu, c’è la necessità che il Governatore della Sardegna e l’assessore regionale dei Trasporti svolgano un ruolo da protagonisti in questa vicenda. «Le Istituzioni sarde, così come avvenuto recentemente per l’Ospedale San Raffaele, debbono attivarsi immediatamente ed in maniera determinata prima che sia troppo tardi». Ma il leader della Cgil Trasporti non chiede alla Regione ed al Governo che salvino la compagnia Meridiana così come avvenuto per Alitalia. Sotto questo punto di vista, la posizione dei sindacati è chiara ed è già stata espressa in una nota stampa a firma dei segretari nazionali Cgil e Filt Cgil. «Così come per Alitalia - tuona il segretario Boeddu - noi non possiamo permetterci un ulteriore perdita di 1.300 lavoratori Meridiana». L’occasione per salvare e per rilanciare il secondo vettore tradizionale italiano potrebbe venire dal Qatar, ma per riuscirci, la Regione dovrebbe attivarsi immediatamente e, nel contempo, la compagnia dovrebbe nuovamente confrontarsi con le parti sociali. «Il confronto sindacale ed il dialogo istituzionale con la compagnia non solo è opportuno ma, necessario ed obbligatorio», sottolinea Boeddu.

Sino a quando la compagnia si è voluta confrontare con le organizzazioni sindacali, la Filt Cgil ha espresso la contrarietà alle proposte aziendali non ritenute indirizzate verso lo sviluppo e l’espansione della compagnia ma, palesano un vero e proprio piano di dismissione. «Una compagnia così come l’attuale gruppo dirigente di Meridiana ha proposto sino ad oggi alle parti sociali – spiega il segretario regionale - di fatto genera nell’immediato 1300 esuberi ma, in brevissimo tempo, sarebbe destinata a scomparire definitivamente. Una compagnia di queste dimensioni ha il destino già segnato. A dirlo, sono tutte le compagnie aeree che, optando su una dimensione aziendale così come vorrebbe il management Meridiana, sono fallite in breve tempo». Per tutte queste ragioni, Boeddu ritiene che il Governo debba intervenire immediatamente almeno su tre aspetti: da un lato, attuando un’azione urgente ed autorevole per impedire la fuoriuscita definitiva dal ciclo produttivo di decine di migliaia di lavoratori del trasporto aereo; un intervento istituzionale con l’attivazione di un tavolo permanente in cui vengono affrontate insieme alle aziende ed ai sindacati le singole vertenze; una decisa azione legislativa che non consenta più ad alcun vettore operante nel territorio italiano un uso spregiudicato di norme di fatto inconsistenti.

«Quello che non è stato fatto in passato deve essere disposto immediatamente. Il nostro Paese non può più permettersi nel settore del trasporto aereo, così come in tutti gli altri settori, una liberalizzazione senza ancor prima dotarsi di un efficace sistema di regole valide per tutti i vettori, nessuno escluso. Sino ad oggi, invece, i Governi nazionali che si sono succeduti in questi ultimi anni, non si sono mai voluti assumere la responsabilità di dotare questo comparto di regole così come non hanno mai avuto alcuna idea su quale industria del trasporto aereo servisse al nostro Paese. Per anni, le aziende e le stesse istituzioni hanno sempre sostenuto che il problema fosse il costo del lavoro. I fatti però ci danno ragione. Il problema non era così come non è tutt’ora il costo del lavoro. Il rilancio di questo settore che deve essere visto e trattato come una vera e propria industria». Il segretario regionale della Filt Cgil Arnaldo Boeddu è certo che tutto questo può realizzarsi solo con un sistema di regole nuove, con dimensioni aziendali di una certa consistenza che garantiscano sempre maggiore qualità e con alleanze tra vettori che possano garantire un network che abbracci il breve, medio e lungo raggio.
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