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Mariangela Pala 11 novembre 2018
Bonifiche: il Psd´Az pronto alla mobilitazione
Il Partito sardo d’Azione pretende certezze sulla data di avvio del progetto di bonifica “Nuraghe”, sul numero delle maestranze e aziende locali da impiegare, e soprattutto sulla qualità degli interventi di risanamento ambientale


PORTO TORRES - Una partenza più volte annunciata e rimasta al palo ed una burocrazia micidiale che uccide ogni prospettiva di sviluppo sull’area industriale ancora da risanare. Il Partito sardo d’Azione pretende certezze sulla data di avvio del progetto di bonifica “Nuraghe”, sul numero delle maestranze e aziende locali da impiegare, e soprattutto sulla qualità degli interventi di risanamento ambientale. «Se da Eni non arriveranno rassicurazioni saremo pronti ad una mobilitazione generale che coinvolga il sistema delle imprese del territorio e tutti i cittadini».

Il partito dei Quattro Mori si prepara ad alzare le barricate contro lo stato di stand-by delle bonifiche del sito di Minciaredda, la cosiddetta “collina dei veleni” l’area più compromessa dell’ex petrolchimico. «Porto Torres non può continuare a stare dietro a una multinazionale a cui non interessano i problemi del territorio, - accusa il segretario Psd’Az, Ilaria Faedda - le bonifiche devono essere portate avanti e se non c’è un vero piano di riconversione industriale Eni e Sindyal possono anche andare via». Il Psd’Az pensa che «200 posti di lavoro siano troppo pochi in cambio del 50 per cento del territorio».

A questo si aggiunge che a seguito della rescissione del contratto di appalto con il Rti Astaldi-Petroltecnica-Furia-Domus tutte le autorizzazioni sono rimaste in capo ad Astaldi (Valutazione impatto ambientale e Autorizzazione integrata ambientale) e «Syndial sta procedendo con gli interventi previsti dal progetto senza le volture autorizzate dall’azienda revocata», accusa il dirigente nazionale del partito Bastianino Spanu. Tempi che si allungano in mezzo alle incertezze.

Ma le preoccupazioni maggiori del segretario cittadino Psd’Az e del dirigente nazionale riguardano le tre varianti presentate da Astaldi capofila del progetto Nuraghe, «da cui emerge che la tipologia e la quantità dei rifiuti interrati a Minciaredda non siano compatibili con i costi ed i metodi di smaltimento previsti nello stesso progetto iniziale». Una variazione di costi da 71 milioni a 130 milioni di euro richiesta da Astaldi e non accolta da Syndial. «Per questo riteniamo opportuno istituire una commissione Parlamentare di vigilanza permanente, - afferma il segretario Psd’Az - al fine monitorare costantemente sia il rispetto dei tempi di realizzazione delle bonifiche che la certezza dell’eliminazione di tutti i rifiuti pericolosi per l’ambiente e per la salute dei cittadini».

Nelle parole dei responsabili Psd’Az c’è molta rabbia e sfiducia «nei confronti delle istituzioni locali e del primo cittadino Sean Wheeler che non nutre nessuna credibilità e considerazione e questo non aiuta la nostra città».
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