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Red 17 agosto 2018
LavoRas: domande da 366 Comuni
Sono scaduti i termini per l´adesione alla parte “cantieri”. Via libera ai primi 343 cantieri per 1670 nuovi occupati. «Occasione importante per la Sardegna», dichiara l´assessore regionale della Programmazionale Raffaele Paci


CAGLIARI - Sono 366 i Comuni sardi che hanno aderito alla parte “cantieri” di LavoRas. 343 progetti di cantiere ad oggi sono stati già approvati, per un totale di 1670 posti di lavoro già sicuri, ma in questi giorni Insar sta proseguendo con la valutazione di tutti gli altri. I termini per la presentazione delle domande sono scaduti l’8 agosto. Dagli altri undici Comuni (in Sardegna sono 377) non sono invece arrivate richieste e dunque, dei 45milioni messi a disposizione dalla Regione autonoma della Sardegna per LavoRas cantieri, restano liberi 546mila euro: sarà ora verificato se ci siano stati impedimenti e se siano superabili, in modo da poter procedere con rimodulazioni in sede di “soccorso istruttorio”. Tutti i 343 cantieri hanno superato la fase di primo livello, 246 cantieri anche quella di secondo livello, che è l’ultima prevista. 112 di questi progetti sono stati inviati ai Comuni per la firma della convenzione e, ad oggi, sono trentadue quelle firmate, con relativa determina di impegno di spesa. Il costo medio per posto di lavoro è di 15,6mila euro, per ogni progetto di 66,5mila euro.

«LavoRas è la più grande campagna per l’occupazione mai fatta in Sardegna - sottolinea l’assessore regionale della Programmazione Raffaele Paci - Sicuramente una macchina complessa e innovativa, che ha richiesto grande impegno e una serie di inevitabili passaggi tecnici che ha in qualche momento ha creato rallentamenti. Ma ora ci siamo, i progetti sono stati presentati e la risposta da parte dei Comuni è stata molto importante e, nonostante il periodo, stiamo continuando a lavorare per poter riuscire ad aprire i primi cantieri. Ringrazio Insar per l’importante lavoro che sta portando avanti anche in questi giorni. Certo, avremmo voluto accorciare ancora di più i tempi, ma ci sono procedure che non possono essere ignorate, anche se continueremo a cercare di ridurre al massimo la burocrazia. Con la parte cantieri di LavoRas vogliamo contribuire a ridurre la disoccupazione e, in una certa misura, contenere lo spopolamento dei paesi. Ma oltre a creare nuova occupazione subito, per aiutare chi ha sofferto e soffre di più la crisi, vogliamo che i cantieri, con progetti mirati, attivino servizi di cui le comunità avevano bisogno, con vantaggi permanenti per tutti».

Al catalogo di sei tipologie di cantieri previste dalla Regione (ambiente e dissesto idrogeologico; beni culturali e archeologici; edilizia; reti idriche; valorizzazione attrattori culturali; patrimonio pubblico ed efficientamento delle procedure comunali), si aggiungono i progetti fuori catalogo (che riguardano, per esempio, servizi di inclusione scolastica per bambini disabili, revisione della toponomastica cittadina, eliminazione di barriere architettoniche, aggregazione sociale e sportiva), ammessi se compatibili con le linee generali di LavoRas, il cui percorso è stato fortemente condiviso con le parti politiche, economiche, sociali e istituzionali. «Abbiamo fatto decine di incontri per raggiungere il miglior risultato possibile, accogliendo suggerimenti e integrazioni, e ognuno ha portato il suo importante contributo. Tutta l’Amministrazione regionale ha lavorato su questo Piano ogni singolo giorno, e ora bisogna continuare a correre per capitalizzare al massimo tutti gli sforzi, perché LavoRas è una occasione importante, insieme agli altri strumenti messi in campo dalla Giunta, per uscire dalla crisi», sottolinea Paci. Oltre alla parte cantieri, LavoRas (che è stato attivato con l’ultima manovra finanziaria) prevede anche la parte politiche attive per il lavoro, stanzia complessivamente 128milioni per il 2018 e 70 ciascuno per il 2019 ed il 2020. Obiettivo della Giunta, attraverso LavoRas, con entrambe le misure, è di ridurre il tasso di disoccupazione di circa un punto percentuale, a condizioni stabili, e di dare lavoro complessivamente ad oltre 10mila persone.
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