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Raffaele Cadinu 6 aprile 2018
L'opinione di Raffaele Cadinu
Spiagge di serie A e Spiagge di serie B


Questi primi giorni di aprile sono stati caratterizzati da tre comunicazioni che riguardano il turismo e la città di Alghero e cioè: la pubblicazione dell’Ordinanza Balneare 2018, la partecipazione della Città di Alghero quale “città Creativa dell’Unesco” ed infine il conferimento dell’ennesimo incarico per il PUC ad un non meglio precisato “Archistar”. Apparentemente tali azioni non sarebbero collegate tra loro, ma a ben ragionare sono tutti alla base dell’economia della nostra città che di fatto vive di turismo. Invece, accade che mentre chi lavora e si arrabatta tutto l’anno a tenere in piedi le proprie attività, quelli che a pagamento dovrebbero organizzare e predisporre le regole, sguazzano nel fango della burocrazia, assolutamente incapaci a risolvere i problemi dove basterebbe il solo buonsenso. Sarebbe bello avere un assessore regionale e uno comunale con la delega al “buon senso”, tale da verificare se i deputati alla redazione delle regole facciano esattamente quello che le Leggi impongono.

Per essere più chiari e meno prolissi faccio un semplice esempio: Il Sindaco con una nutrita delegazione altamente professionale si è recato a Parigi per promuovere le bellezze di Alghero, così da allargare la stagione turistica in forza dello slogan “Mes che un Mes” cioè attrazioni ben più di un mese. Fatto bellissimo e sostanzialmente positivo se non fosse per l’incapacità di alcune rotelline del meccanismo perverso degli uffici che leggono male quello che è scritto bene ed addirittura alcuni, scavalcando il proprio ruolo dato dalla divisa, assumono l’atteggiamento di esperti costituzionalisti emettendo sentenze al posto di semplici ipotesi di reato, e adducendo regole incostituzionali in danno di coloro che tentano di sopravvivere oltre i mesi propagandati proprio dall’Amministrazione. Per spiegare l’assurdo cito la Legge Comunitaria n° 217 del 2011, richiamata da tutte le Ordinanze Balneari della Sardegna con la quale vengono parificati tutti gli esercizi e i manufatti per la fruizione del mare, compresi anche quelli insistenti su terreni privati prossimi al mare, agli altri esercizi commerciali ubicati nel resto del territorio del Comune.

Nonostante ciò arriva dal nulla il burocrate incapace e si inventa due tipologie di spiagge ed in barba alle Direttive Europee, che abrogano le disparità di trattamento, partorisce le spiagge urbane e quelle extraurbane: il delirio dell’idiozia. Infine il nostro burocrate, lasciato libero da chi lo deve controllare e cioè dagli amministratori politici forse impegnati a guadagnare voti o a perderli…., decide anche quando si deve fare la pipì, facendo chiudere i servizi per la fruizione del mare che si trovano nelle spiagge extraurbane in inverno e lasciando invece aperti quelli delle spiagge urbane. Se il nostro burocrate avesse avuto qualche problema di prostata e fosse stato anche meno incapace avrebbe sicuramente lasciato aperti quelli extraurbani, vista la lontananza di essi dai cessi della città, ma gli incapaci di solito fanno danno agli altri facendo danno anche a se stessi per cui, in mancanza di vaccini contro tale malanno, il morbo si propaga. Ed infatti l’ultima Ordinanza balneare del 2018 è l’apoteosi dell’incoerenza, poiché cita una serie di normative, ed in particolare la Legge 494 del 4 dicembre 1993 che ha convertito in Legge il Decreto Legge del 5 ottobre 1993 n° 400, fatta propria al comma 6 dell’articolo 11 anche dalla Legge Comunitaria 217. Per essere più chiari nella stessa Ordinanza si ammette l’insistenza dei servizi per la fruizione del mare tutto l’anno, e contestualmente si confermano le spiagge di serie A e le spiagge di serie B facendo smontare i manufatti in inverno in aperto contrasto con la Legge comunitaria e con la Legge dello Stato.

Infine arriva il PUC, che deve essere verificato dagli stessi burocrati regionali che hanno partorito tali incoerenze, il quale pone una ulteriore regola, con la quale l’insistenza dei manufatti per la fruizione del mare è soggetta al PUL anch’esso in travaglio, ed in mancanza del quale valgono le disposizioni delle spiagge di serie A e serie B, come dire: … se ti viene da andare in bagno rimani in città, alla faccia della pubblicità che il Sindaco sta facendo a Parigi e contrariamente alla volontà di tenere le rotte aeree anche in inverno; ma allora perché li vogliamo far venire i turisti anche in inverno se poi gli togliamo pure i bagni dalle spiagge? Vogliamo almeno mettere i cartelli con l’indicazione di svuotare la vescica prima di andare al Lazzaretto o a Mugoni? E come facciamo infine a giustificarci alla Corte dei Conti sulla volontà di dare un ulteriore incarico per la redazione del PUC ad un Archistar? Non sono bastate il centinaio credo di professionalità coinvolte nell’arco di oltre 20 anni per redigere tale strumento? Per usare una metafora è come se dopo quattro ore di cottura arriva Cannavacciuolo, affianca il pastore che è stato davanti al fuoco, fa un ultimo mezzo giro allo spiedo del maialetto, e poi si prende i meriti e anche il conto…, non va bene, così non va bene!, io in quel ristorante per pagare solo il conto a Cannavacciuolo non ci vado più.
Commenti
15/4/2024
Sulla scogliera del Calabona spunta anche il prato inglese ma dagli uffici della Soprintendenza di Sassari avviva un brusco stop ai lavori di "ingegneria naturalistica"
9:10
La Soprintendenza al paesaggio di Sassari ha sospeso d’autorità i lavori di realizzazione del verde in un’ampia area tra gli scogli, da parte della società concessionaria, perché privi della prescritta autorizzazione paesaggistica


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