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Red 4 aprile 2018
La Dinamo da il bentornato a Zare Markovski
Questa mattina, nella Club house societaria, il presidente del Banco di Sardegna Sassari Stefano Sardara ed il nuovo coach biancoblu hanno incontrato la stampa nella prima giornata di lavoro in campo della nuova guida tecnica


SASSARI - Questa mattina (mercoledì), nella Club House societaria, il presidente del Banco di Sardegna Dinamo Sassari Stefano Sardara ed il coach Zare Markovski hanno incontrato la stampa nella prima giornata di lavoro in campo della nuova guida tecnica biancoblu. «Vorrei partire ringraziando Federico per il lavoro che ha fatto – ha aperto Sardara – perché ha fatto secondo me un gran lavoro sotto tanti punti di vista».

«Spesso dimentichiamo i momenti e i contesti in cui certe scelte sono state fatte: Federico è arrivato a Sassari come general manager e nel momento in cui governare la squadra era diventato un grosso problema, tant’è vero che Calvani si era dimesso, con una classifica piuttosto complicata, lui ha preso in mano la squadra. Abbiamo raggiunto i play-off, siamo usciti al primo turno, ma quello di Federico all’epoca fu un ottimo lavoro e per questo fu confermato per l’anno successivo, cioè la scorsa stagione, quando invece il lavoro fatto è stato ottimo. Abbiamo raggiunto la finale di Coppa Italia, siamo entrati nelle prime otto di Bcl e siamo arrivati ai play-off. Anche se poi la post season non è andata bene, c’erano i presupposti per poter proseguire. Quest’anno purtroppo non è andata bene, la responsabilità è mia, perché le scelte le ho fatte io e qualunque colpa deve ricadere esclusivamente su chi ha fatto scelte, ma devo dire grazie a Federico, perché anche in questo contesto, nel momento in cui si è reso conto che una faccia nuova poteva risolvere un problema che, condivido, non è prettamente di natura tecnica, ha fatto un passo indietro. E questo lo fa solo chi ha a cuore una società, è Federico la ha a cuore. Non aggiungo altro, non è il momento, ora bisogna pensare a portare la nave in porto, dobbiamo raggiungere i play-off e giocarci questa stagione che sono convinto possa ancora riservare delle ottime sorprese, perché io credo ancora nelle potenzialità della squadra: ieri l’ho incontrata, ho detto in maniera chiara quello che penso. Altre cose avrei voluto dire oggi, ma credo che non sia il momento. Ora è invece il momento di ridare semplicemente il benvenuto, anzi il bentornato, a Zare, che la Dinamo ce l’ha tatuata sulla pelle. La telefonata per chiedergli di venire a Sassari è durata forse 30”, ha subito accettato la sfida con entusiasmo».

«Per quello che riguarda il passato e gli affetti, non posso che dire che la Dinamo rappresenta una bella pagina della mia carriera, della mia storia, riconoscendo il reciproco affetto che si è creato dall’inizio, da quando sono venuto qui giovanissimo con la mia famiglia – dichiara Markovski - Abbiamo creato una amicizia e un affetto di oltre venticinque anni, è veramente un piacere rivivere tanti ricordi. Ora guardiamo al futuro, l’oggi domani sarà ieri, cerchiamo di dare il meglio oggi per cercare di dare ogni giorno di più, così che possa essere meglio anche il passato. Parliamo della squadra, parliamo del momento: certamente quando esce un allenatore è un momento difficile e triste, condivido tutto ciò che ha detto il presidente riguardo al fatto che da quando Federico è arrivato a Sassari ha lasciato la propria impronta positiva, sotto tanti aspetti. Io adesso penso soltanto al domani, da questo momento il domani dura cinque settimane, bisogna ottenere il meglio di ciò che la squadra può dare e riportare la Dinamo in zona play-off. Non vedo l’ora di cominciare ad allenare e iniziare a dare il mio contributo a questa società nella quale sono nato e che fa parte della mia vita. Il lavoro sarà certamente impegnativo, ieri ho seguito la conferenza stampa di Federico che è stata intellettualmente molto onesta. Ha detto che la pallacanestro è molto cambiata negli anni e che oggi i giocatori non sono più quelli di tanti anni fa, penso che questo lo vediamo anche nella quotidianità. A Sassari abbiamo avuto prime scelte del draft e ora non le abbiamo, c’erano giocatori molto più tecnici, perché i ritmi permettevano a quelli tecnicamente bravi di esprimere il loro valore. Ora invece, dove tutto corre più in fretta, dove si gioca ogni tre giorni, dove non c’è neanche tempo per allenarsi, siamo molto più nelle mani dei giocatori e nelle loro caratteristiche, non soltanto tecniche, ma caratteriali. Ho bisogno di lavorare con la squadra, conoscerla e impegnarci duro ogni giorno. Bisogna raccogliere più vittorie possibile, bisogna continuare a lavorare per questo campionato e arrivare ai play-off, questo è l’unico obiettivo che ora conta».

Nella foto: il presidente Stefano Sardara
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12:11
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