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Red 6 febbraio 2018
Melanoma in Sardegna: 200 nuovi casi
Grazie a diagnosi precoce e terapie innovative, la sopravvivenza è in aumento (78percento), ma resta ancora inferiore alla media italiana. Il Cnr di Sassari in prima linea nell’affrontare le tre macro-sfide nella cura di uno dei tumori giovanili più diffusi


SASSARI - Ammalarsi di melanoma in Sardegna significa aver una speranza di sopravvivenza a cinque anni inferiore al resto della popolazione italiana: solo il 78percento contro l’87percento della media nazionale. Duecento sono i nuovi casi registrati annualmente, distribuiti omogeneamente su entrambi i sessi e, nella maggioranza dei casi, giovani. Il melanoma rappresenta la seconda neoplasia più diffusa tra gli uomini under50 e la terza tra le donne nella stessa fascia d’età. «Siamo oggi di fronte ad una vera e propria rivoluzione legata alla migliore classificazione dei diversi tipi di melanoma: non è più appropriato parlare di un’unica patologia, ma di un insieme di malattie, che possono differenziarsi per le caratteristiche biologiche e cliniche delle lesioni nonché per la risposta alle terapie – commenta Giuseppe Palmieri, presidente dell’Intergruppo Melanoma Italiano e responsabile dell’Unità di genetica dei tumori del Cnr di Sassari - Il melanoma è un nemico insidioso, dalle molte facce, di molte delle quali, negli ultimi anni, si è riusciti a tracciare un identikit, caratterizzandole a livello molecolare, ovvero identificando le mutazioni genetiche che, all’interno della cellula tumorale, ne regolano la crescita come ad esempio la mutazione a carico del gene Braf che è presente nel 50percento circa dei melanomi cutanei».

Multidisciplinarietà, terapia personalizzata, pazienti più consapevoli: ecco le tre grandi sfide che gli esperti e gli operatori della salute che si occupano di melanoma si trovano oggi a fronteggiare per offrire ai pazienti colpiti il massimo dei benefici dalle terapie oggi disponibili. A delineare le priorità, un documento realizzato grazie al contributo incondizionato di Novartis e stilato da un panel di esperti impegnati in prima linea nella cura di questa patologia oncologica nei centri di riferimento ed eccellenza nel Paese, tra cui quello del Cnr di Sassari. «L’Unità di genetica dei tumori del Cnr di Sassari è impegnata da anni nell’attuazione delle analisi genetiche nell’ambito della diagnostica molecolare in oncologia - precisa Palmieri - Tale attività, svolta in convenzione con l’Aou di Sassari, vede una stretta interazione con diverse strutture di Anatomia patologica della Sardegna (in particolare, con quella di Sassari) e con quasi tutti i Reparti di Oncologia dell’intera Isola per le varie tipologie di tumori maligni solidi (carcinomi colorettali, polmonari, mammari ed ovarici, oltre al melanoma). L’Unità di genetica dei tumori del Cnr di Sassari è attivamente inclusa nei team multidisciplinari costituti nell’Aou di Sassari per la presa in carico dei pazienti in diverse patologie neoplastiche: Breast unit, Gastrointestinal cancer unit, Melanoma unit». Nel melanoma metastatico, una sfida ancora più cruciale e da affrontare con la massima tempestività è quella di individuare la cura giusta per il paziente giusto. La chemioterapia non è più oggi l’unica opzione. Sono disponibili anche farmaci target, in grado di legarsi specificamente ai bersagli molecolari identificati nelle cellule tumorali, e agenti immunoterapici, che potenziano l’azione del sistema immunitario contro la malattia.

Ma per usare al meglio queste nuove armi a disposizione, il team multidisciplinare deve entrare in gioco fin dal primo step, per effettuare la più appropriata classificazione del paziente, inclusa la valutazione dello status mutazionale che ha un ruolo preponderante nella scelta della più idonea strategia terapeutica nelle fasi più avanzate della malattia. Altrettanto importante in quest’evoluzione, è la condivisione di tutti questi nuovi saperi con il paziente, spesso confuso dalla complessità degli scenari e delle opzioni diagnostico-terapeutiche disponibili. «Presso l’Aou di Sassari è attivo, dall’inizio dello scorso anno, un team multidisciplinare sul melanoma, che prende in carico e porta in discussione tutte le diagnosi dei nuovi casi di melanoma invasivo, delineando il più appropriato percorso diagnostico e terapeutico. Al Team partecipano le principali figure: dermatologi, anatomo-patologi, biologi molecolari, chirurghi plastici e generali, radiologi e radioterapisti, medici nucleari ed oncologi medici. - conclude Antonio Cossu, dirigente medico dell'Anatomia patologica dell'Aou di Sassari - Nel corso del 2017, sono stati definiti ed applicati i criteri condivisi per un percorso diagnostico e terapeutico di ciascun paziente che possa consentire una maggiore tempestività di diagnosi e cura; attualmente, siamo nella fase preparatoria al riconoscimento ufficiale del Team da parte della Aou di Sassari. Dopo l’ufficializzazione del Team, che avverrà a breve in sintonia con i vertici aziendali, saranno promosse iniziative divulgative e di collaborazione con le associazioni di pazienti e con i medici di medicina generale per aumentarne la consapevolezza sul territorio».
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