Abbattuti tre maiali ed immediatamente attivato il cordone sanitario. «Pascolo brado continua ad alimentare malattia», ricordano dall´Istituto zooprofilattico sperimentale
ARITZO - Erano oltre sei mesi che in Barbagia non si segnalavano focolai di peste suina africana fra i maiali domestici. L’ultimo si era verificato a Sorgono, a luglio. La tregua si è rotta martedì, in un allevamento nelle campagne di Aritzo, ai piedi del Gennargentu, dove grazie al pronto intervento del servizio veterinario di sanità animale della Assl di Nuoro, del personale del Gruppo di intervento veterinario regionale e dell’Unità di progetto per l’eradicazione della Psa sono stati abbattuti tre maiali.
Sono state quindi attivate tutte le procedure per la bonifica e la messa in sicurezza dell’area ed avviate le indagini epidemiologiche per capire come il virus sia potuto entrare nell’allevamento. Preziosa la collaborazione del sindaco Gualtiero Mameli, che ha firmato subito l’ordinanza di abbattimento e garantito la massima disponibilità a qualsiasi tipo di intervento di sua competenza. L’azienda sede di focolaio era stata sottoposta a controllo sanitario il 28 settembre con esito negativo per il virus e gli anticorpi della Psa.
Dall’Istituto zooprofilattico sperimentale, che si è occupato delle analisi di laboratorio sui campioni prelevati dai suini prima dell’abbattimento e di riscontrarne quindi la positività, hanno osservato che «la pratica del pascolo brado illegale, ancora in uso in alcuni territori dell’area e in forma costante nel confinante agro di Desulo, continua a rendere le zone del Gennargentu fortemente contaminate dalla malattia, con possibilità di contagio e di circolazione del virus particolarmente elevate».
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