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Enrico Muttoni 30 novembre 2017
L'opinione di Enrico Muttoni
Nettezza urbana, precettori e discepoli


Con l'avvio del riordino e del riassetto della nettezza urbana, Alghero si prepara ad una inevitabile svolta nei comportamenti collettivi. Proprio ieri sono stati nominati dieci “educatori ambientali volontari comunali” , ai quali dobbiamo augurare un lavoro proficuo, ed un rapido successo. Avranno un compito difficile, per differenti ragioni. La prima è, come si può dire, nella loro qualifica. Infatti un educatore ha, di norma, un uditorio di giovanissimi. Passati i quattordici anni, la illustrazione delle norme comportamentali passa sotto il termine di rieducazione. Le nostre mamme, tutte ferratissime in materia di pulizia domestica, ci hanno già educato in proposito. Pare però che si tratti di un'istruzione obsoleta. I nostri amministratori hanno infatti introdotto due concetti: la raccolta differenziata, ed il rifiuto pulito.

I nostri rieducatori dovranno perciò spiegare ai cittadini la nuova merceologia: quella inventata di sana pianta dai regolamenti comunali. Per la quale, per esempio, i giocattoli di plastica non sono di plastica, e vanno gettati nel secco. Nel quale finiscono, per regolamento, anche gli assorbenti igienici di ogni tipo, che sono secchi sì, ma prima dell'uso. Anche il polistirolo (che tutti intendono con l'aggettivo: espanso) ha una destinazione dubbia; ma è polistirolo anche quello cristallino, unitamente agli acrilati (i vetri “di plastica”) e ai poliuretani (la “gommapiuma” che riempie i cuscini). I nomi possono essere strani, ma gli oggetti sono comunissimi. Non basta: i contenitori di metallo, plastica, vetro e cartone vanno puliti prima del conferimento. Prima di gettare un tubetto, per alimenti o dentifricio, bisognerà aprirlo dal fondo per levarne i residui. Nel vetro si possono buttare bottiglie e flaconi, ma non i bicchieri o i frammenti di qualche vetro rotto, e niente tappi, si capisce.

A questo panorama, per forza approssimativo, manca lo scenario di fondo. Che fine fanno i rifiuti differenziati? E' un mistero. Eppure sarebbe bello sapere quali ditte, in Sardegna, svolgono il meritorio lavoro del riciclo, e quali prodotti ne ricavano. La disciplina dei cittadini, ed il lavoro degli educatori, ne sarebbero grandemente gratificati. Per non parlare di una riduzione delle tariffe, che nessuno si azzarda a promettere, ma nemmeno a prefigurare. C'è da augurarsi che, nei loro percorsi illustrativi, gli educatori ecologici, che ci si immagina competenti nel settore, vadano alla porta di coloro che gestiscono i reflui di Sassari. I reflui, sia chiaro, sono dei rifiuti liquidi, ai quali viene cambiato il nome per pudore. Ora questi rifiuti liquidi hanno molte probabilità di essere convogliati nel lago del Cuga, determinandone il divieto d'uso idropotabile. Chi vede la buona pioggia di queste ore, e pensa che in un prossimo futuro potrebbe finire miscelata coi reflui sassaresi, ha un brivido nella schiena, perchè non può immaginare un impianto di trattamento che scarica sempre a norma. Non solo, ma se qualcuno pensa che le acque trattate possano avere un'utilità, perchè non convogliarle in un bacino appositamente allestito, predisponendo un percorso in sicurezza? Questo è un vero compito da rieducatori, anche se forse esce dagli ambiti del Comune. Facciamogli e facciamoci gli auguri, ne abbiamo bisogno.
Commenti
27/3/2024
Gli interventi nelle scorse settimane hanno riguardato le potature nella Piazza Sant´Erasmo, nel centro cittadino. Avviati i lavori di abbattimento del primo dei tre Olmi presenti sul Bastione


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