L’introduzione della doppia preferenza di genere è una vittoria collettiva»: è questo il messaggio che l’associazione noiDonne 2005 vuole rilanciare oggi, dopo il voto favorevole in Consiglio regionale
SASSARI - «L’introduzione della doppia preferenza di genere è una vittoria collettiva»: è questo il messaggio che l’associazione
noiDonne 2005 vuole rilanciare oggi, dopo il voto favorevole in Consiglio regionale. «Negli anni – spiegano le attiviste – c’è stata una mobilitazione, via via sempre più rumorosa, delle associazioni femminili, degli organismi di parità, delle donne impegnate nei partiti politici, per affermare i principi della democrazia paritaria e renderli patrimonio del più ampio numero possibile di persone. Dopo il vergognoso voto segreto del 2013 le iniziative si sono moltiplicate e con esse i gruppi di pressione, fuori e dentro le Istituzioni».
noiDonne 2005 – sottolineano – ha intrapreso una battaglia politica ma anche legale, attraverso l’impugnazione della legge elettorale nel 2014, all’indomani delle elezioni, un percorso che si è interrotto senza raggiungere il risultato atteso (il giudice si è dichiarato incompetente) ma che ci ha spinte ad andare avanti con maggiore determinazione. «Perché la doppia preferenza è il solo meccanismo che rende possibile il riequilibrio, senza imporlo, che ha un carattere promozionale, non coattivo, e dove è stato adottato (pensiamo alle elezioni per i Comuni) sappiamo che funziona».
«Oggi – continuano – diciamo grazie a tutte le donne che hanno condiviso questi anni di rivendicazioni con noi, alle associazioni e ai gruppi che si sono mobilitati in tutta l’isola, alle compagne dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria che ci hanno dato una mano anche oltre i confini della Sardegna, alle quattro consigliere regionali, Annamaria Busia, Daniela Forma, Rossella Pinna e Alessandra Zedda, che hanno tenacemente perseguito il risultato, e al Consiglio regionale che stavolta ha saputo superare lo scoglio del voto segreto e interpretare la politica in cui crediamo».
Nella Foto: Maria Francesca Fantato, Associazione
noiDonne 2005
Commenti