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Red 13 agosto 2017
Acqua: picco di consumi nelle località di mare
Impianti e reti portati al massimo delle loro potenzialità in Sardegna, secondo i dati resi noti da Abbanoa. Tutto agosto, massimo sforzo organizzativo e massiccia presenza del personale in tutte le attività legate al servizio


CAGLIARI - Impianti e reti portati al massimo delle loro potenzialità per garantire l’acqua ai sardi ed ai turisti, superlavoro per i tecnici Abbanoa e presidi h24 per un sistema inadeguato, con il 60percento delle reti e degli impianti che ha più di quarant'anni e che Abbanoa con investimenti strutturali, manutenzioni ordinarie e straordinarie, sta progressivamente migliorando. E’ una stagione estiva record quella in corso, che dai dati sui volumi di acqua erogata in rete e depurata rappresenta la stagione più impegnativa da quando Abbanoa gestisce il servizio idrico integrato della Sardegna. Paragonando i dati sull'erogazione di acqua potabile in agosto, è evidente una richiesta che va oltre quella dello scorso anno. Nonostante le restrizioni notturne che a causa dell’emergenza idrica interessano i Comuni approvvigionati dagli invasi più in sofferenza, proprio in virtù della domanda diurna crescente gli impianti di potabilizzazione al servizio delle zone costiere hanno aumentato la produzione di acqua potabile distribuita in rete.

Date le condizioni emergenziali, Abbanoa sta facendo fronte all’emergenza grazie ad un’attenta attività di programmazione degli interventi che ha interessato, nel corso dell’inverno, gli impianti e le reti. Il sistema sardo parte dalla criticità degli impianti di potabilizzazione (oltre quaranta) e depurazione (oltre 350) e dei sollevamenti idrici e fognari; inadeguatezza delle infrastrutture di adduzione (le condizioni critiche degli acquedotti, ovvero del sistema che porta l’acqua dai potabilizzatori ai serbatoi comunali, con interi tratti che hanno oltre mezzo secolo di attività alle spalle); ridotte fonti di approvvigionamento (l’85percento della risorsa proviene da invasi artificiali, ma la siccità interessa sempre di più anche le fonti locali, usate per il 15percento); elevato livello di perdite idriche (55percento, contro una media nazionale del 36percento), vera emergenza a cui Abbanoa sta facendo fronte con progetti innovativi di ricerca attiva delle perdite sul modello del “progetto Oliena”, che verrà man mano esteso a 230 Comuni.

In Gallura è l’impianto dell'Agnata a fare la differenza. Il potabilizzatore che alimenta Olbia, Arzachena, Golfo Aranci, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Monti, Sant'Antonio e Telti ha registrato un aumento del 10percento, passando da una produzione che in agosto 2016 si attestava a 1.160litri al secondo fino agli attuali 1.275l/s. Guardando al sud Sardegna, la produzione dell’impianto diSarroch, che serve anche Villa San Pietro, Pula e la fascia costiera fino a Chia, è passato dai 180l/s del 2016 ai 195 di questo agosto. Carloforte, Calasetta e Sant’Antioco si confermano località ad domanda crescente: l’impianto di Bau Pressiu (che alimenta tutto il Sulcis) è passato da una produzione di 289 a 315l/s. Significativo l’andamento dei consumi a Posada, la cui produzione (impianto fresco di importanti lavori di efficientamento) è passata da appena 19 a 30l/s, con uno sforzo enorme da parte di Abbanoa a causa della scarsissima qualità dell’acqua in arrivo dall’invaso del Maccheronis. Aumento anche per Taddore, che rifornisce di acqua anche una delle località entrate nel top delle scelte turistiche della stagione 2017, Orosei: la produzione è passata da 137 a 143 l/s. Crescita delle portate di acqua erogata dal potabilizzatore di Tortolì, la cui area di competenza registra un aumento dei consumi (da 53l/s si è passati a 65,5). L'aumento delle temperature ha fatto impennare i consumi anche nei centri dell'interno della Sardegna. Marcia a pieno ritmo l’impianto di Janna ‘e Ferru, al servizio di Nuoro e dei centri del Nuorese, che in agosto è passato da una produzione di 342 ai 380l/s attuali. Sempre tra gli impianti dell’area centro, il potabilizzatore di Sos Canales (Alà dei sardi, Buddusò, Bitti, Onanì, Lula, Orune, Lodé, Osidda, Nule, Benetutti, Bultei, Anela, Bono, Bottida, Burgos ed Esporlatu) è passato da 84 a 100l/s.

La produzione dell'acqua potabile è ottenuta dal trattamento nella quasi totalità di acque di invasi, pertanto risente di diversi fattori legati sia alle oscillazioni della richiesta nell'arco dell'anno, sia alle variazioni climatiche: la stagione siccitosa che ha interessato anche la Sardegna ha innescato un'emergenza sul fronte della qualità dell’acqua. In questo momento, la risorsa in arrivo agli impianti necessita di trattamenti spinti ed attenzione fuori dai normali standard. Infatti, già dall’inizio dell’estate, Abbanoa ha intensificato l'attività di potabilizzazione per continuare a garantire acqua di qualità, contestualmente il gestore ha aumentato i controlli sull'acqua in arrivo agli impianti ed in distribuzione nelle reti. Nelle acque dei bacini, già a livelli bassissimi per la siccità, a causa del caldo e della luce proliferano le alghe e microalghe (anche invisibili all'occhio umano) che si stratificano formando un “velo”, che non consente all'ossigeno di penetrare negli strati sottostanti. E' proprio in mancanza di ossigeno che si sviluppano particolari composti che alterano le caratteristiche organolettiche dell'acqua e che richiedono uno sforzo enorme per trasformare fanghiglia in acqua potabile. Esiste anche un minimo prelievo di acque sotterranee che, con esclusione di alcuni sistemi sorgentizi di origine carsica e di alcuni campi pozzi, sono costituiti da oltre un centinaio di piccole sorgenti e pozzi: il prelievo annuo da questo tipo di acque non supera però i 45milioni di metri cubi e la loro capacità di produzione è legata agli andamenti climatici: in questo momento, le fonti locali sono a secco.

Grazie all’attività svolta nell’ultimo anno, manutenzioni straordinarie e completamento di schemi depurativi, si registra una tenuta del sistema fognario e depurativo e pochissime segnalazioni di disservizi che, dove si sono verificati, risultano legati ad eventi esterni quali blackout elettrici, risolti comunque in tempi brevissimi. A Pula, è stato attivato il nuovo impianto, che questa estate è entrato a pieno regime per la prima volta. Adeguato anche l’impianto di Chia, che accoglie anche i reflui di Domus de Maria, il cui impianto, ormai obsoleto, è stato dismesso. Chiusi tutti i vecchi impianti dello schema Tirso: i reflui di Riola Sardo, Nurachi, Baratili San Pietro, Simaxis, Solarussa, Siamaggiore con la frazione di Pardu Nou, Ollastra, Zeddiani e Zerfaliu vengono convogliati al depuratore del Consorzio industriale provinciale di Oristano (a cui erano già stati collegati Oristano con la frazione di Silì, Cabras, Santa Giusta e Palmas Arborea). Sempre nell’Oristanese, anche Santa Caterina di Pittinuri (Cuglieri) può contare sul nuovo impianto, completato lo scorso anno, ma entrato a pieno regime solo quest’anno (attivati anche due nuovi sollevamenti dello schema S’Archittu).
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