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Red 22 luglio 2017
Sanità all´algherese: la denuncia
L´ex consigliere comunale Ombretta Armani ha mandato una lettera su una sua disavventura capitatele nei giorni scorsi nel locale nosocomio, che il Quotidiano di Alghero riporta integralmente ai sui lettori


ALGHERO - L'ex consigliere comunale Ombretta Armani ha mandato una lettera su una sua disavventura capitatele nei giorni scorsi nel locale nosocomio, che il Quotidiano di Alghero offre integralmente ai sui lettori

Ieri mattina mi sono recata presso la Guardia medica turistica con mia figlia e le mie nipotine italo nigeriane che vivono in Spagna e sono qui in vacanza. Le persone che ci hanno accolto sono state molto gentili e professionali ma per la bimba più piccola che non ha ancora due anni e che ha un occhio molto arrossato abbiamo concordato con il personale sanitario presente che sarebbe stato meglio mandarla in pediatria in quanto più qualificati. Arriviamo in pediatria e a una infermiera consegniamo la richiesta della guardia turistica. Ci prega di accomodarci e di aspettare, indicandoci due poltroncine a fianco dell’ambulatorio del primario visto che gli altri posti erano tutti occupati. Ci accomodiamo e ad un certo punto passa un signore che ci chiede se dovevamo andare da lui. Io rispondo che siamo lì perché mandati dalla guardia turistica e lui tira dritto e va via. Dopo essere ripassato due volte davanti a noi, piuttosto seccato ci chiede perché siamo sedute lì e io rispondo che lì ci hanno detto di aspettare. “Andate a sedervi dall’altra parte”, ordina. Io spiego che lì ci avevano indicato di sederci. Ma lui sempre in modo seccato dice che sedendoci dall’altra parte ci avrebbero servito meglio. Io rispondo che la richiesta era stata consegnata e che al momento opportuno ci avrebbero chiamato. Lui insiste, perché noi andiamo dentro e mentre ci alziamo per spostarci dico chiaramente che ho avuto l’impressione che lì dessimo fastidio. Lui allora chiede il motivo della presenza e io rispondo che la bimba ha un occhio molto arrossato e poiché non ha ancora due anni si è ritenuto opportuno farla vedere in pediatria perché potrebbe essere una abrasione. Al che il signore comincia a sbraitare dicendomi che non dovevamo andare là ma in oculistica. Io rispondo che siamo andate dove ci hanno mandato. E lui insiste che io non capisco che se alla guardia turistica non hanno capito se era una abrasione o meno come fanno a capirlo loro. Io rispondo che alla guardia turistica non sono pediatri e che una bimba di due anni è meglio venga vista prima da un pediatra. Lui continua a dire che io non capisco, che dovevano mandarci in oculistica e io gli chiedo di dirmi con chi sto parlando, visto che non aveva ne cartellino ne camice; mi risponde: “Io sono il primario e lei continua a non capire che non dovevano mandarla qua.” E io seccata rispondo che capisco benissimo e che io sono andata dove mi hanno mandato. Ancora una volta insiste nel dirmi che io non capisco che lui vuole dirmi che non sono loro che devono visitarla e io continuo a rispondere che ho capito benissimo e che io sono andata dove mi hanno mandata. E lui sempre più seccato mi dice che io continuo a non capire che dovevano mandarmi in oculistica perché così farò tre file e pagherò tre ticket. Io continuo a rispondere che ho capito benissimo e che se mi hanno detto di andare in pediatria non posso sognarmi di andare in oculistica e che se devo pagare tre ticket non è un problema suo. Nel frattempo la bimba più grande visibilmente spaventata comincia a piangere e decidiamo di andare via. Lui allora dice che loro non si sono rifiutati di visitarla e io rispondo che con l’atteggiamento che ha avuto nei nostri confronti è meglio che andiamo via e affermo che, visto che si lavora così forse è meglio che l’ospedale chiuda e lui, mentre noi andiamo via, ci dice che anche per lui è molto meglio che l’ospedale chiuda; io penso che col suo atteggiamento si stia veramente dando da fare affinché ciò accada.
Conclusione: Se anziché sbraitare e controllare dove eravamo sedute e perdere un quarto d’ora in una sterile discussione si fosse limitato a dare uno sguardo all’occhio della bambina, avrebbe risparmiato tempo e le persone e i bambini che erano lì ad aspettare non avrebbero assistito ad una scena così spiacevole nella quale probabilmente l’ospedale non ci ha guadagnato in prestigio. Considerando poi un posto così delicato come la pediatria ci si meraviglia che un professionista si comporti in questo modo. Sarebbe bastato un minuto per controllare una bimba che non ha ancora due anni e poi eventualmente mandarla in oculistica. Trattare così le persone in una struttura pubblica, di fronte a dei bambini che dovrebbero trovare un ambiente sereno e confortevole, aggredire verbalmente i parenti, tacciandoli da “persone che non capiscono”, parenti che andrebbero invece rassicurati, non mi sembra un comportamento idoneo. Molte cose mi vengono in mente: supponenza, tracotanza, presunzione, arroganza o… altro?
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