L´artista sardo, insieme alla marchigiana Francesca Gironi, ha conquistato il Premio internazionale di arti performative. Il duo è stato premiato domenica, al Maggiore di Verbania
CAGLIARI - Alla fine ha vinto l’ironia sul web ed una riflessione (a libera interpretazione) sulla società di oggi perennemente connessa: ha vinto cioè la performance “Ctrl Zeta”, un progetto di Poetry Slam danza e letteratura, ideato e messo in scena dal duo composto dal sardo Sergio Garau e dalla marchigiana Francesca Gironi, che si aggiudicano il terzo CrossAward, Premio internazionale di performing arts, organizzato nell’ambito del Villaggio d’artista di Lis Lab, un evento dedicato al contemporaneo, tra danza, musica e teatro. La premiazione si è tenuta domenica, al Maggiore di Verbania, dopo che la giuria territoriale ha assistito all’esecuzione delle quattro performance finaliste nelle sedi del Teatro Nuovo di Cannobio e di Villa Giulia.
La motivazione rilasciata dalla giuria di qualità composta da Federica Fracassi (attrice, premio Ubu), Adrian Paci (artista visivo), Ghemon (rapper cantautore) ed il coreografo indiano Jayachandran Palazhy, è la seguente: «La giuria di Cross assegna il premio dell'edizione 2017 al duo Garau/Gironi per la capacità di aver dato vita ad una performance multimediale attraverso l'unione di linguaggi multipli in una costruzione non banale. Il risultato è un lavoro performativo in cui il tema dei nuovi media (e quindi dell'uso di internet) non è l'obiettivo, ma il mezzo con cui raccontare alcuni aspetti della nostra contemporaneità». Il premio consiste in un contributo di 4mila euro offerto da Ricola a supporto della produzione artistica.
La ricerca di nuovi talenti è uno degli obiettivi di CrosSaward, che vuole essere una sorta di non-talent (dove manca anche la parola show proprio perché è quanto di meno televisivo si possa immaginare), che intercetta nuove intelligenze e le porta a generare produzioni inedite sul Lago Maggiore, un territorio energico e spesso sconosciuto, ma che gode di un pubblico curioso, e di istituzioni locali attente alle nuove forme d’arte.
Nella foto (di Paolo Sacchi): Sergio Garau e Francesca Gironi
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