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Red 22 giugno 2017
Agricoltura: Caria incontra Martina
L´assessore regionale dell´Agricoltura ha consegnato al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali la delibera sulla dichiarazione dello stato di calamità naturale dovuto al perdurare della siccità in Sardegna


CAGLIARI - La delibera sulla dichiarazione dello stato di calamità naturale dovuto al perdurare della siccità in Sardegna è ora nelle mani del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina. A consegnarla è stato ieri (mercoledì) l’assessore regionale dell’Agricoltura Pier Luigi Caria, durante una riunione sulla riorganizzazione delle attività dell'Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura a cui hanno partecipato gli assessori delle altre regioni italiane coperte dal sistema nazionale. Sulla scia dell’atto presentato dalla Sardegna si è posizionata la Regione Toscana (anch'essa duramente colpita dal fenomeno siccitoso) e l’Emilia Romagna (che ha già deliberato sulla crisi idrica).

«Affrontare questo percorso al fianco di altre Regioni non può che rafforzare la richiesta di stato di calamità che abbiamo licenziato martedì in Giunta – ha osservato Caria – Una richiesta che dal confronto con gli altri assessori regionali dell’Agricoltura sembra sarà avviata anche da altri territori». In occasione della sua relazione, l’esponente della Giunta Pigliaru ha ricordato la condizione di estrema gravità in cui versa tutto il comparto agro-zootecnico isolano. «Ho spiegato al ministro – ha precisato il titolare dell’Agricoltura – che, prima della siccità, il nostro mondo delle campagne è stato vittima di altri pesanti eventi calamitosi: dalle nevicate e dalla tromba d’aria di gennaio alle gelate di aprile. Un mix di criticità che, per quanto riguarda il settore ovicaprino, si somma al basso prezzo del latte pagato alle nostre 11mila aziende pastorali. Adesso è chiaro a tutti in che condizioni versa uno dei comparti più importanti della nostra Isola». Dopo l’incontro al Ministero, Caria si è confrontato con i vertici di Agea, a cui ha sollecitato un impegno più incisivo e puntuale nel garantire continuità ai pagamenti dovuti all’agricoltura sarda. «Soprattutto in questi periodi di crisi non si possono dare scadenze che poi saltano e saltano ancora – ha osservato l’assessore – migliaia di persone aspettano con estrema pazienza ciò che gli spetta e non possono essere prese in giro. Ecco perché nelle prossime settimane il mio maggiore impegno sarà quello di seguire passo passo le scadenze degli impegni presi sui pagamenti».

Il primo via libera decretato da Agea, ed in accredito nei prossimi giorni, riguarda 2.955.525,61euro che andranno a coprire i pagamenti di 611 domande. La voce più cospicua interessa l’intervento per la Difesa del suolo, Misura 10.1 (ex 214), con 1.651.249,48euro che soddisferà 333 domande. A seguire, la copertura degli impegni sull’Agricoltura biologica, Misura 11.1 e 11.2 (ex 214), con 653.929euro. Sul Benessere degli animali, Misura 14 (ex 215), sono in pagamento 147 domande per un totale di 273.763euro. E poi il finanziamento delle richieste per gli interventi sugli Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste (ex 221), sui Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali (ex 313) e con risorse minori su altri tipi di Misure. Entro la prossima settimana, hanno assicurato da Agea, sarà firmato il decreto per il saldo di circa 2.200 domande dell’annualità 2015, per un totale di poco più 4milioni di euro, sulla Misura 13 delle Indennità compensative per le zone svantaggiate. È previsto invece per la fine di luglio un pagamento totale di circa 20milioni di euro per il saldo delle Misure 10.1 sulla Difesa del suolo, 11.1 e 11.2 sugli impegni per l’Agricoltura biologica, annualità 2015. I pagamenti sono coperti per il 48percento dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, il 36,4percento dallo Stato ed il 15,6percento dalla Regione autonoma della Sardegna.

Nella foto: il ministro Maurizio Martina
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27/3/2024
Una buona notizia che arriva dopo le recenti segnalazioni da parte di Anbi Sardegna, del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale e di Coldiretti Sardegna che avevano denunciato lo sversamento a mare dell’acqua del Tirso, diga che aveva superato il limite di guardia, con il conseguente spreco della preziosa risorsa


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