Fra tante moderne, sofisticate, tecnologiche armi da guerra, quella del bioterrorismo è senz´altro la più infida, perché alle difficoltà nella tempestiva identificazione della sua origine batterica aggiunge la relativa facilità ed economicità nel reperire gli agenti biologici
SASSARI – Fra tante moderne, sofisticate, tecnologiche armi da guerra, quella del bioterrorismo è senz'altro la più infida, perché alle difficoltà nella tempestiva identificazione della sua origine batterica aggiunge la relativa facilità ed economicità nel reperire gli agenti biologici. Martedì, durante un seminario organizzato dalla Scuola di specializzazione in Microbiologia e virologia e Corso di dottorato in Scienze della vita e biotecnologie dell’Università degli studi di Sassari, Aleksandra Barac, visiting professor della Facoltà di Medicina dell'Università di Belgrado, ha illustrato questo tema di estrema attualità.
Introdotta da Salvatore Rubino, direttore della Scuola, Barac ha sottolineato che «i bioterroristi potrebbero un giorno uccidere centinaia di milioni di persone in un attacco più mortale della guerra nucleare. La prossima pandemia mortale del mondo potrebbe provenire dallo schermo di un terrorista». Ai colleghi dell'Università di Sassari ed agli studenti ha spiegato che «le future epidemie potranno avere delle proporzioni molto grandi. Attualmente, le ambizioni di guerra biologica sono legate a piccoli gruppi con risorse e competenze limitate come nel caso della contaminazione da salmonella di 751 persone da parte della setta di Rajneesh in Oregon negli Stati Uniti nel 1984».
Grazie alla conferenza, gli studenti hanno appreso le principali problematiche legate al bioterrorismo ed i meccanismi d'azione dei principali agenti patogeni come il Bacillus (responsabile dell'antrace) o la Yersinia (responsabile della peste). Aleksandra Barac ha definito il bioterrorismo come un'arma attraente, perché gli agenti biologici sono relativamente facili e poco costosi da ottenere, possono essere facilmente diffusi e possono causare paura e panico oltre ai danni fisici che possono causare. «Si deve essere preparati – ha proseguito - a fare una immediata diagnosi per il riconoscimento tempestivo di malattie infettive emergenti che potrebbero essere potenziali armi biologiche». Durante la conferenza, gli studenti hanno acquisito tutte le conoscenze necessarie circa il rischio di bioterrorismo, con un accenno a come riconoscere le potenziali situazioni di rischio, ad identificare i sintomi clinici e come gestire materiali contaminati di laboratorio che potrebbero originare armi biologiche.
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