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Red 24 maggio 2017
Cantina Siddùra, 21 premi internazionali
Da Francoforte a Bruxelles, passando per il Decanter, Bordeaux ed International Wine Challenge, la cantina gallurese comunica la qualità ed il valore dei vitigni autoctoni della Sardegna


LUOGOSANTO - Ventuno medaglie in un mese, quasi una medaglia al giorno. Siddùra continua a fregiarsi di grandi riconoscimenti in tutta Europa, con premi che confermano la qualità dei suoi vini. Il mercato internazionale risponde al richiamo di medaglie che attestano il valore della produzione, il prestigio e la credibilità dell’azienda. Siddùra così continua ad imporsi come la cantina più premiata in Sardegna sui mercati internazionali. Da Francoforte a Bruxelles, passando per il Decanter, Bordeaux e l'International Wine challenge, Siddùra comunica la qualità ed il valore dei vitigni autoctoni della Sardegna.

Ad aprile, la cantina gallurese ha conquistato quattro medaglie al Frankfurt International Trophy: Gran medaglia d’oro per il passito Nùali, oro per Maìa e Tìros ed argento per Fòla. Al Challenge International du vine di Bordeaux due medaglie: oro con Tìros e bronzo con Fòla. A maggio, Siddùra ha portato a casa una messe di medaglie. A partire dal Concours mondial de Bruxelles, in cui la cantina di Luogosanto ha vinto un oro con Tìros. Poi, il concorso Decanter Awards 2017, nel quale Siddùra ha conquistato sei medaglie: tre argenti (Maìa, Spèra e Nùali) ed altrettanti bronzi (Bàcco, Fòla e Tìros). Dall’International Wine Challenge di Londra, infine, sono arrivate otto medaglie: tre medaglie d'argento (Spèra, Bàcco e Tìros) e cinque di bronzo (Èrema, Fòla, Maìa, Bèru e Nùali).

«I premi ti danno la possibilità di dimostrare la vocazione del territorio per la viticoltura – spiega l'amministratore delegato di Siddùra Massimo Ruggero - Ci riteniamo soddisfatti per le medaglie vinte e per aver confermato la qualità e il valore dei vitigni autoctoni della Sardegna». L’Isola si è rivelata particolarmente adatta anche alla coltivazione di grandissimi vitigni internazionali, come il Cabernet Sauvignon ed il Sangiovese. «La differenza che si può riscontrare nella coltivazione di questi due vitigni in Sardegna risiede nel terroir – conferma Ruggero – Infatti, il nostro Tìros si differenzia da un classico Supertuscan per la maggiore mineralità, sapidità e acidità conferitagli dal vento, dalla vicinanza del mare e dal terreno a disfacimento granitico». Inoltre, Nùali, il passito di moscato giallo ultimo nato in casa Siddùra, con la Gran medaglia d’oro vinta a Francoforte conferma un percorso di eccellenza che lo ha già posizionato in cima alle preferenze dei consumatori.

Nella foto: l'amministratore delegato di Siddùra Massimo Ruggero
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