Arriva qualche bacchettata dalla Corte dei Conti sul modello della continuità territoriale aerea, in particolare sul mancato avvio della Ct2. Cappellacci: dopo tre anni nessuna proposta concreta
CAGLIARI - La Corte dei Conti bacchetta la giunta regionale sarda sul modello della continuità territoriale aerea che ormai andrà in pensione ad ottobre 2017. Critici, in particolare, sul mancato avvio della Ct2 che hanno causato «l'aumento dei costi e dei tempi» per giungere a destinazione facendo scalo a Roma e Milano, e un'offerta discontinua e talvolta disagevole per alcune categorie di passeggeri.
A queste l'assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana, ha ancora una volta (come per gli incentivi ai low cost all'aeroporto di Alghero) tirato in ballo la prudenza rispetto agli orientamenti dell'Ue. Un errore a cui non si è posto ancora rimedio sostiene l'ex presidente della Regione Ugo Cappellacci.
«A tre anni di distanza non c’è lo straccio di una proposta concreta e, visti i tempi, è difficile che entro la fine della Legislatura possa arrivare. Insomma, è a causa di una precisa, folle, scelta politica della giunta Pigliaru che i sardi e i visitatori sono costretti e itinerari più lunghi, con costi più elevati ed è per lo stesso motivo che, dovendo passare quasi tutti per Roma e Milano, i posti della CT1 non bastano più. Se errare è umano, perseverare è diabolico. Anziché tirare fuori teorie fuori dalla logica e dalla realtà, Pigliaru e i suoi illustri colleghi – ha concluso Cappellacci- tornino a fare convegni».
Nella foto: l'assessore regionale Massimo Deiana
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