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Olbia 24notiziealgheroOpinioniAmbienteDannoso e inutile, la morale della favola
Enrico Muttoni 27 marzo 2017
L'opinione di Enrico Muttoni
Dannoso e inutile, la morale della favola


Lo stato di salute dello stagno del Calich, e relative discussioni, assomigliano sempre di piú alla malattia di Pinocchio, e fa ricordare il consulto medico dei tre corvi che lo vanno a visitare, con l'esilarante siparietto che tutti possono rileggersi, nel caso se lo fossero dimenticati. A rischio di entrare a far parte del collegio medico dei corvi, mi permetto di osservare che la situazione é grave, ma non seria. In quanto le cause del malessere del Calich sono arcinote. Malessere che verrebbe a cessare molto presto, se si riuscisse a prendere una decisione: se non fosse che tra corvi, si puó solo gracchiare. Va ricordato che, fino al 2009, il Calich viveva la sua vita sonnacchiosa tollerando senza troppe manifestazioni qualche sorta di abuso ambientale: gli scarichi urbani di Olmedo, per esempio. L'entrata in esercizio dello scarico del depuratore di San Marco ha dato l'inizio ad una serie di eventi macroscopici: laddove, verosimilmente, si era in attesa della goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso. Invece della goccia, é arrivata l'alluvione. C'é voluto del tempo, prima che l'opinione pubblica riconoscesse la correlazione tra la causa (lo scarico dei reflui) e l'effetto (alterazione della composizione delle acque, e la marea gialla). Da quel momento in poi, tutti a sorvegliare il Calich. Il quale, da poco, ospita un fenomeno di proliferazione algale, di cui, forse, si cerca l'origine.

Naturalmente, tra gli indiziati, é stato fatto rientrare il depuratore. Tu quoque, direbbe il Calich citando Giulio Cesare, proprio tu che sei costruito per proteggermi, mi rovini? Ricercando le cause dei fenomeni perturbatori, é stato fatto il calcolo di quanti nutrienti residui contengano le acque depurate, risultandone una massa di alcune tonnellate/anno. Il calcolo é giusto, ma é il metodo a essere errato. Mi spiego con un esempio: il gioielliere e il fruttivendolo lavorano grazie ad uno strumento di misura, la bilancia. Ma non riuscirebbero a far nulla se si scambiassero le rispettive bilance: eppure i due strumenti, pare incredibile, hanno la stessa precisione, cambia solo il campo di misura. Ma vendere l'uva chicco a chicco pesandola col bilancino del gioielliere non é solo faticoso, é pure sbagliato. A sua volta, il grossista di frutta userà il bilico della pesa pubblica per fare i suoi conti. In breve, non si passa dai milligrammi alle tonnellate semplicemente con una moltiplicazione: serve molta, molta cautela. É chiaro a questo punto che non é una, o cento analisi chimico-fisiche, che potranno dare una valida descrizione dei mali del Calich, e curarlo, e insegnare a gestirlo: bisogna inventare, e non é una battuta, il Calichometro.

Ovvero un sistema che consenta di descrivere la situazione dello stagno e contemporaneamente prevedere quello che succederá, di volta in volta, al variare delle condizioni chimiche, fisiche climatiche e meteomarine. Ci potrá essere, tra la moltitudine di personaggi a vario titolo attualmente coinvolti nella tutela del Calich, qualcuno in grado di organizzare questo lavoro? No. Perché, da un lato, manca ai tecnici la modestia che dovrebbe discendere dal riconoscimento della propria ignoranza; e dall'altro manca ai politici il coraggio di ammettere gli errori e i danni derivanti dalla loro ingordigia. Soprattutto manca quello di riconoscere di aver fatto realizzare un'opera pubblica inutile e per di piú dannosa. Neppure l'intervento della magistratura sarebbe di aiuto, in questi frangenti. La sentenza che ha sepolto (é il caso di dirlo) l'ex sindaca di Genova, per le vittime ed i danni dell'alluvione, é tanto esemplare quanto oppressiva e inutile. Quanti solerti funzionari e amministratori ad ogni livello meriterebbero la confisca del quinto dello stipendio per aver avallato scelte tecniche demenziali, concesso acriticamente autorizzazioni allo scarico, indicato corsi d'acqua inesistenti, approvato delibere alla cieca? A Genova, é vero, ci sono stati i morti. Ma innaffiando la Nurra coi reflui, risciremo anche noi ad avere, lentamente e subdolamente, il nostro carico di vittime. Del resto, abbiamo avuto la terra dei fuochi, perché non sperimentare quella delle acque? L'unica considerazione positiva e ottimista, é che siamo ancora in tempo a rimediare: ma attenzione: il tempo, oltre ad essere galantuomo, é anche tiranno.
21:28
Venerdì 19 aprile si terrà ad Alghero il quarto Incontro tematico organizzato dall´associazione Punta Giglio Libera. L´appuntamento è nella sede della Fondazione Laconi, in via Mazzini 99, alle 18:30


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