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P.P. 14 marzo 2017
Diffida e sollecito sull´ex ghetto dei veleni
Il sindaco di Alghero ha inviato una lettera questa mattina all´attenzione del Presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, e del Direttore generale della presidenza Alessandro De Martini, sulla mancata bonifica dell´ex campo nomadi dell´Arenosu


ALGHERO - Tornare nell'ex campo rom dell'Arenosu è come fermare il tempo. Pezzi di auto, barche, seggiolini, poltrone, frigoriferi, cucine: un "cimitero" silenzioso di ruggine e rifiuti. Quello che c'era è rimasto. Non ci sono più solo i rumori delle famiglie che lo hanno abitato per trenta anni, vi hanno cresciuto i loro figli, al di fuori di quel mondo che gli passava intorno a pochi metri. Tutti, in quel terreno inquinato e pericoloso (scientificamente certificato), hanno fermato il tempo: la comunità rom, i cittadini, le amministrazioni comunali e regionali che si sono succedute nei decenni. Fino al 29 gennaio 2015 [GUARDA LE IMMAGINI], una data che si è definita storica per Alghero, e sotto tanti punti di vista lo è stata: dopo solleciti andati avanti inascoltati dal 2008 finalmente l'amministrazione Bruno mette fine ad una vergogna.

A distanza di oltre due anni però, rimane lo scempio [GUARDA LE IMMAGINI DATATE NOVEMBRE 2016]. Così il sindaco di Alghero ha inviato questa mattina (martedì) all'attenzione del Presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, e del Direttore generale della presidenza Alessandro De Martini, l'ennesima lettera sulla mancata bonifica dell'ex campo nomadi dell'Arenosu. Si tratta soplo dell'ultimo sollecito inviato alla Regione, che segue la diffida avanzata nei mesi scorsi all'indirizzo dell'Agenzia Laore, proprietaria dell'area. «Alle porte della nuova stagione turistica, ci rammarica dover constatare il perdurare delle gravi condizioni ambientali ancora in essere nell’ex campo nomadi di Fertilia. Sono pertanto a ribadire, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’esigenza indifferibile e più volte manifestata, di adottare misure urgenti volte alla bonifica dell’area in oggetto, attraverso la rimozione immediata dei rifiuti accumulati e giacenti nel soprassuolo che costituiscono una grave emergenza sanitaria a causa della presenza di polluenti con proprietà cancerogene in concentrazioni superiori a quelle della soglia di rischio» scrive Mario Bruno.

«Nonostante l’adempimento da parte dell’Amministrazione comunale in merito all'esecuzione dello sgombero dell’area - più volte in passato sollecitata dall’ente agricolo Ersat e successivamente l’Agenzia Laore, definendola quale condizione necessaria per porre in essere i lavori - nessuna azione successiva è stata posta in essere da parte dell’Agenzia, fatta eccezione per il posizionamento della recinzione metallica e per l’affissione della cartellonistica di sicurezza, oggi peraltro in condizioni molto precarie» si legge nella missiva partita da Sant'Anna. Il Sindaco chiede "«conferma della disponibilità dell’importo di 1,5 milioni di euro di cui, per le vie brevi, ci era stato assicurato l’inserimento nel Patto per la Sardegna recentemente sottoscritto con il Governo, in modo che la Regione Sardegna possa affidarli all’Agenzia Laore al fine di dar seguito con immediatezza ai progetti di messa in sicurezza, bonifica e caratterizzazione dell’area in oggetto, interventi non più differibili a tutela della salute pubblica e per la riconversione dei luoghi».


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