La casa editrice algherese lancia il premio dedicato alle lingue minoritarie. Ci sarà una giuria di esperti, presieduta da Pierfranco Bruni, responsabile del progetto Etnie del MIBACT
ALGHERO - Dal 18 al 21 febbraio in onore di Tacita Muta a Roma si celebravano i "Parentalia": soltanto in quella ricorrenza le donne e gli schiavi potevano dichiarare a voce alta le proprie lamentele contro il Pater familias. «Non so se l'Unesco avesse notizia di questo mito, ma è certo che dietro l'orrore della vicenda di Lala-Tacita Muta si cela, secondo me, una grande verità: soltanto la lingua, il parlare, ci rende liberi. Schiavi e donne compresi. La poesia è stata da sempre strumento di libertà nella comunicazione letteraria e, all’origine, anche forma privilegiata per diffondere saperi filosofici e religiosi».
Con queste parole Neria De Giovanni, direttrice della casa editrice algherese Nemapress, nella giornata che l’Unesco dedica alla Lingua Madre, la stessa giornata di Tacita Muta e dei Parentalia, presenta il Premio a lei intitolato. Una giuria di esperti, presieduta da Pierfranco Bruni, responsabile del progetto Etnie del MIBACT, Ministero dei Beni Attività Culturali e Turismo, sceglierà poeti di lingua minoritaria riconosciuta istituzionalmente dalla legge 482 del dicembre 1999.
Verrà scelto un testo poetico per ciascun scrittore da inserire nella Antologia che sarà presentata a dicembre 2017 a Roma, alla Fiera nazionale del libro “Più libri più liberi”. L’antologia “Tacita Muta- 2017” sarà inserita nella collana “Gli Europei” delle Edizioni Nemapress.
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