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Sara Alivesi 11 febbraio 2017
Cessione Sbs: Dedoni critico
«La Regione favorisce il colosso che vuole affossare le aziende sarde», dichiara senza mezze misure il capogruppo dei Riformatori sardi–Liberaldemocratici in Consiglio regionale Attilio Dedoni, all´indomani dell´acquisizione della Società bonifiche sarde da parte della Bonifiche ferraresi


ARBOREA - «C’è poco da condividere nella soddisfazione espressa dal presidente Pigliaru [LEGGI] per l’avvenuta cessione (sub judice, è bene ricordarlo) della Società bonifiche sarde a Bonifiche ferraresi [LEGGI]. Pigliaru, nella sua doppia veste di presidente della Regione ed assessore all’Agricoltura, dovrebbe pensare a tutelare e rilanciare il comparto agricolo sardo, non a favorire l’ingresso nei nostri mercati di un concorrente che parte da una posizione di enorme vantaggio nei confronti delle aziende isolane e che rischia di affossare definitivamente un settore già stremato dalla crisi economica e dai mancati interventi da parte della Regione», dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi–Liberaldemocratici in Consiglio regionale Attilio Dedoni.

«Le prime dichiarazioni dei vertici di Bonifiche ferraresi hanno fatto luce sullo scenario più temuto dalle aziende sarde - sottolinea Dedoni - Lo scopo dell’acquisizione della Sbs è fare produzione agricola da destinare al mercato isolano attraverso i grandi gruppi della distribuzione organizzata, vale a dire mettersi in concorrenza diretta con le nostre imprese, sia nella produzione, che nella vendita. Come possono queste ultime, piccole e penalizzate dall’assenza di sostegno dalla parte pubblica, competere con un colosso dalle enormi disponibilità finanziarie, che per giunta gode dell’appoggio incondizionato non solo degli ambienti politici nazionali, ma anche, ormai è evidente, di quelli locali? Le dichiarazioni trionfali dell’assessore Paci prima e del presidente Pigliaru poi dimostrano che la Regione, sposando l’offerta di Bonifiche ferraresi, ha fatto una scelta di campo, schierandosi con la grande industria agricola italiana che viene a cannibalizzare il mercato agroalimentare sardo. Allo stesso modo, l’esultanza dei sindacati e di alcuni politici dell’Oristanese è destinata diventare un’assunzione di corresponsabilità quando si avrà modo di toccare con mano quali sono i veri risultati dell’operazione sul piano occupazionale e quali le ricadute economiche sul territorio».

«Stiamo assistendo all’esatto contrario di ciò che la gente si aspetta dalla politica regionale - conclude il capogruppo dei Riformatori sardi - La cessione della Sbs poteva rappresentare un’occasione di rilancio per il nostro comparto agricolo, ma avrebbe dovuto essere preceduta da un ampio dibattito che coinvolgesse gli operatori locali, per decidere cosa fare dell’azienda di Arborea in modo tale da creare occasioni di sviluppo per il settore e favorire la sua crescita soprattutto nell’aspetto imprenditoriale, non per portare avanti operazioni politico-finanziarie destinate ad affossarlo ulteriormente. L’Esecutivo sta piantando il seme di un disastro sociale senza precedenti, di cui la manifestazione del 1 febbraio a Cagliari non è che una prima avvisaglia: se non ci si decide ad affrontare seriamente la crisi del comparto agropastorale, anziché fare tutto il possibile per aggravarla, la Sardegna rischia di diventare una polveriera».

Nella foto: il consigliere regionale Attilio Dedoni
Commenti
27/3/2024
Una buona notizia che arriva dopo le recenti segnalazioni da parte di Anbi Sardegna, del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale e di Coldiretti Sardegna che avevano denunciato lo sversamento a mare dell’acqua del Tirso, diga che aveva superato il limite di guardia, con il conseguente spreco della preziosa risorsa


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