S'infiamma la corsa per la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2018. Chiuse le audizioni a Roma presso il MiBACT, tutti gli occhi sono puntati al 31 gennaio quando verrà proclamata la Capitale
ALGHERO - «E' una scommessa già vinta» ha ripetuto in tempi non sospetti il Primo cittadino di Alghero, ma oggi che si è ad un passo dall'ambito risultato non è peccato farci più di un pensiero. Soprattutto all'indomani delle audizioni di tutte e dieci le finaliste davanti alla giuria presieduta da Stefano Baia Curioni. Dove Alghero ha presentato un progetto di rigenerazione urbana dei luoghi più autentici della città, impreziosito dall'indiscusso fascino che solo un'isola come la Sardegna può vantare e arricchito da legami unici con culture tanto diverse quanto vicine, come quella Catalana.
Ma la concorrenza è agguerrita. Con Alghero, la prima a presentarsi al MiBACT [
LEGGI], le altre contendenti lo scettro di Capitale Italiana della Cultura per il 2018 sono Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna, Palermo, Recanati, Settimo Torinese, Trento e l'Unione dei Comuni Elimo Ericini.
Tra tutte spiccano Trento, Recanati e Palermo. Alessandro Andreatta (primo cittadino di Trento) rilancia nella sua città un «concilio laico dei sindaci d'Italia e d'Europa» per riscrivere la Costituzione europea dal basso, mentre in soccorso a Recanati scende niente meno che il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il cardinale Gianfranco Ravasi, con una lettera marchiata dalla Città del Vaticano che caldeggia a caldeggiare il nome della città di Leopardi nella corsa al prestigioso titolo. C'è poi il fascino di Palermo con Leoluca Orlando che promuove un progetto che unisce insieme territorio, coesione sociale e integrazione. Insomma, la sfida è servita.
Nella foto: i sindaci di Alghero (Mario Bruno), di Recanati (Francesco Fiordomo), Trento (Alessandro Andreatta) e Palermo (Leoluca Orlando)