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Red 10 gennaio 2017
Fauna selvatica: stagione a rischio anche nel 2017
«Indispensabile un efficace piano preventivo complessivo», dichiarano i vertici della Coldiretti Oristano, che sottolinea come la fauna selvatica rappresenti una costante preoccupazione per gli agricoltori e per gli allevatori


ORISTANO - La fauna selvatica rappresenta una costante preoccupazione per gli agricoltori e per gli allevatori oristanesi. Alcune specie nocive cresciute in modo esponenziale hanno alterato quell’equilibrio fondante tra ambiente ed attività produttive. E la paura che anche il 2017 sia una stagione a rischio danni è reale. La presenza di alcune specie di nocivi è segnalata diffusa e pressante: cinghiali, cornacchie, cormorani e nutrie. Coldiretti ritiene di prioritaria importanza pianificare da subito azioni ed attività di contrasto e contenimento. Il Piano di contenimento dei cormorani ha preso avvio a dicembre, con due mesi di ritardo. Si è optato per un'azione che funga da deterrente, con l’obiettivo di spostare gli animali dalle aree più pescose.

Per gli altri nocivi, la situazione è tutta da definire. Sono già tante infatti le segnalazioni giunte negli uffici provinciali di Coldiretti in Via Cavour che rimarcano un'aumentata presenza ed attività dei cinghiali, non solo sui campi, ma anche negli allevamenti. Specie nell’Alto Oristanese, si rileva come gli animali abbiano, in più casi, attaccato delle greggi ed ucciso alcuni capi ovini e degli equini, causa una popolazione che viene data sempre più aggressiva ed in aumento. Inoltre, permane in molti agricoltori la paura di una nuova stagione di danni per le classiche coltivazioni (primaverili ed estive) da parte della cornacchia grigia, specie ormai fuori controllo, che negli anni scorsi ha causato una grave nocumento. Anche la più diffusa presenza delle nutrie desta maggiore preoccupazione, specie che, priva di alcun antagonista, si diffonde ovunque rapidamente (con tre-quattro gestazioni annue). A tutt’oggi, non esiste alcuna azione di contenimento. Ad oggi non esiste alcun dato sulla presenza nei territori. Appare indispensabile procedere ad un'indagine conoscitiva sul numero dei cinghiali ed avviare piani di azione di contenimento e di prevenzione mirata.

Per Coldiretti Oristano, è indispensabile arrivare ad una statistica sulla presenza delle cornacchie nei territori, con due finalità precise: rilevarne il numero ed agire nella aree maggiormente sotto pressione. Il Piano di controllo elaborato nello scorso anno presentava alcuni evidenti limiti: il numero complessivo di esemplari contenibili (18.900 unità, 2mila nella provincia di Oristano), sganciato da qualsiasi censimento, di fatto è insufficiente; l'equiparazione del contingente tra province non tiene conto del fatto che alcune sono più vocate all’orticoltura e che quindi necessitano di interventi più incisivi ; inoltre, occorre tener conto che le Amministrazioni Provinciali non sono più otto, ma quattro; infine, la ripartizione delle modalità di contenimento (60percento attraverso gabbie e 40percento con arma da fuoco) è decisamente troppo sbilanciata verso l’impiego delle gabbie, aspetto valido in una situazione ordinaria ma, non in una emergenziale, quale quella di Oristano.

Il piano è partito con due mesi di ritardo, la notevole attività predatoria degli uccelli ittiofagi impone di recuperare i due mesi perduti a tutela del reddito e dell'attività dei pescatori. Inoltre, serve una semplificazione delle procedure di attuazione, per valorizzare ulteriormente l’attività di deterrenza posta in essere dai pescatori, con l’obiettivo non di decimare ma, di allontanare gli animali dalle zone più pescose. La Provincia si deve attrezzare per sostenere l’attività dei coadiutori con congrue risorse. Lo scorso anno, anche Coldiretti sostenne l’attività dei coadiutori finanziando alcune spese. E’ opportuno che i tanti soggetti privati che si attivano siano risarciti per il loro impegno e per le spese sostenute. E’ indispensabile che le istituzioni regionali e provinciali intervengano con risorse congrue e tempestive. I pagamenti sono previsti entro il 31 maggio dell’anno successivo a quello in cui si è verificato il danno. Troppi cinque mesi di attesa che vanno a sommarsi a quelli dell’anno precedente, privando l’indennizzo di quel ruolo di compensazione che invece rivestirebbe abbreviandone i tempi. Motivi, gli ultimi due, per cui tanti non denunciano i danni subiti.

Il direttore Coldiretti Oristano Giuseppe Casu ritiene che occorra un approccio nuovo, con una visione integrale della problematica contenerne gli effetti dei nocivi per il 2017. Bisogna incidere sui tre aspetti determinanti senza i quali i Piani di contenimento della fauna selvatica risultano inefficaci: «realizzare piani di contenimento complessivi mirati ed efficaci, sostenere l’attività dei coadiutori, ottenere indennizzi rapidi e congrui. A tal fine - propone il dirigente Coldiretti - occorre subito un tavolo di lavoro tra Regione, provincia e associazioni agricole al fine di programmare le azioni di contrasto. Continuiamo inoltre ad invitare - conclude Casu - tutti gli operatori agricoli che subiscono danni a campi e colture a non farsi scoraggiare da carte e procedure complesse e a presentare comunque le richieste di indennizzo in Provincia. E’ questo il solo strumento che consente di certificare la reale situazione, di mappare i disagi dei territori e richiedere interventi ed azioni mirate».


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