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Red 7 dicembre 2016
«Il sindaco travolto dal No»
La nota a firma di alcuni esponenti politici algheresi sull´esito del voto al Referendum costituzionale del 4 dicembre in cui ha prevalso il No, e l´analisi rispetto alla situazione amministrativa cittadina


ALGHERO - «Il voto dei cittadini in questo referendum ha indicato chiaramente cosa ha vinto e cosa ha perso. I cittadini sono stati gli arbitri di una partita che vedeva confrontarsi due idee opposte della politica, dell'economia e della società. Da una parte c'era una visione di uno stato sempre più centralista, che sottrae quote enormi di sovranità ai territori e ai cittadini per concentrare nelle mani di pochi le scelte strategiche che riguardano i settori vitali della nostra società, uno stato che risponde ai bisogni dei grandi interessi finanziari e della grande economia internazionale e trascura i cittadini e l'economia reale; dall'altra c'era una visione nella quale la sovranità appartiene al popolo».

Così inizia la nota a firma di Maria Grazia Salaris, Monica Pulina, Stefano Lubrano, Mario Conoci, Marco di Gangi, Giuliano Tavera, sull'esito del voto al Referendum costituzionale del 4 dicembre in cui ha prevalso il No, sostenuto in Sardegna più che in ogni altra regione d'Italia. Nel gruppo alcuni attuali consiglieri comunali, oltre ad esponenti politici di movimenti e partiti vari che riflettono sul risultato elettorale rispetto alla situazione algherese: «abbiamo assistito al presidente Pigliaru e, ad Alghero, al sindaco Bruno abbracciare senza remore la posizione che andava contro l'interesse superiore della terra che amministrano e dei sardi che dovrebbero rappresentare, farsi parte attiva di una propaganda e di un circo mediatico che aveva il solo scopo di prendere in giro la gente. Pigliaru e Bruno hanno sostenuto, secondo le indicazioni di partito, il si e sono stati travolti da una valanga di no».

«I sardi e gli algheresi hanno avuto la prova provata che questi signori sono lontani anni luce dai cittadini che li hanno eletti e che preferiscono abbracciare le ragioni di partito e dire "obbedisco" al potente romano di turno, in questo caso Renzi, o peggio, come nel caso del sindaco di Alghero, anteporre il suo desiderato rientro personale nel partito di origine scambiando la dignità del ruolo di sindaco degli algheresi con un pasticcino in compagnia della Boschi. Naturalmente adesso faranno finta che nulla sia successo, che loro non c'erano e se c'erano dormivano, che il referendum e il voto popolare sono altra cosa rispetto ai disastri che stanno compiendo» concludono.
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