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Mariangela Pala 6 dicembre 2016
«Recuperiamo gli stabili per favorire sviluppo all’Asinara»
«Ci sono infrastrutture nell’isola dell’Asinara che continuano a restare ingestibili. La preghiera che vi faccio è quella di sbloccare la stato in cui versa l’isola compreso il problema del servizio idrico, perché noi come Comune siamo impossibilitati a fare qualsiasi cosa». Così il sindaco di Porto Torres, Sean Wheeler agli assessori regionali degli Enti locali Cristiano Erriu e dei Trasporti Massimo Deiana


PORTO TORRES - «Ci sono infrastrutture nell’isola dell’Asinara che continuano a restare ingestibili. La preghiera che vi faccio è quella di sbloccare la stato in cui versa l’isola compreso il problema del servizio idrico, perché noi come Comune siamo impossibilitati a fare qualsiasi cosa». Così il sindaco di Porto Torres, Sean Wheeler agli assessori regionali degli Enti locali Cristiano Erriu e dei Trasporti Massimo Deiana, durante il convegno che si è svolto ieri mattina a Stintino per la presentazione del progetto “Stintino centro storico-Fornelli: la porta del parco dell'Asinara”, illustrato dal sindaco Antonio Diana.

Un'idea progettuale promossa dall’amministrazione stintinese già condivisa con Ente parco, Comunità del parco e amministrazione di Porto Torres. «Un’iniziativa lodevole - ha aggiunto Wheeler - ma l’invito che vi faccio è far sì che l’Asinara possa diventare un luogo dove le persone possano permanere nelle strutture già esistenti perché tutto questo traffico avanti e indietro di imbarcazioni, che portano per qualche ora sull’isola Parco i turisti, non fa bene ai nostri mari. Le persone che vogliono fare un certo tipo di turismo sostenibile muovendosi a piedi, a cavallo o in bicicletta hanno bisogno di poterci stare».

Il primo cittadino ha proseguito dopo il convegno il suo colloquio con l’assessore Erriu per spiegargli che allo stato attuale sono gli ingressi di Cala Reale e Cala d'Oliva ad avere maggiori necessità di attenzioni: «lì esistono già le strutture che potrebbero essere usate, per esempio, per i pernottamenti nel parco. In questo modo potremmo trasformare il turismo mordi e fuggi in un turismo più stabile e portatore di vera economia, soprattutto per la nostra città che oggi dalla sua isola parco ha tantissimi oneri e scarse ricadute».

A Cala Reale «abbiamo gli stabili storici come la Cappella austroungarica, i centri naturalistici e il sito archeologico sommerso. A Cala d'Oliva si concentrano la maggior parte degli edifici da valorizzare, quelli del villaggio abitato fino alla chiusura del carcere, e c'è uno dei principali approdi dal mare. Inoltre, le spiagge fruibili più frequentate dell'isola, quelle di Cala Sabina e Cala Murighessa, si trovano proprio nei pressi del vecchio borgo», ha sottolineato il sindaco. Tutti gli edifici sono ancora sotto il controllo dei vari ministeri e della Regione Sardegna.

«Gli stabili, infatti, potrebbero essere destinati alla ricettività: in questo modo l'isola potrebbe attirare un maggior numero di visitatori e fornire quei servizi indispensabili oggi richiesti da tantissime persone che vorrebbero trascorrere più tempo tra le bellezze del Parco e non solo poche ore con le visite giornaliere. L'Assessore Erriu - conclude Wheeler - mi ha prospettato la possibilità che alcuni immobili possano essere ceduti»
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