ALGHERO - Sono preoccupati i lavoratori della Sogeaal, all'indomani dell'offerta presentata da F2i per l'aeroporto di Alghero [LEGGI] [GUARDA]. Non conoscono il loro futuro, ne i piani del fondo di investimento intenzionato a rilevare il 71% del pacchetto societario della società di gestione del Riviera del corallo, interamente pubblico (Regione) fino a quest'ultima operazione. Ieri i dipendenti sono stati convocati dal management che, presentando qualche cifra della gestione, si è detto soddisfatto del proprio operato in termini di riorganizzazione dell'azienda, diventatata così appetibile sul mercato. In realtà il percorso della privatizzazione è stato molto più accidentato di quello auspicato: è andato avanti oltre un anno e mezzo tra una decina di proroghe.

E nemmeno i conti della società riflettono una situazione rosea: l’aeroporto perde dai 100mila ai 130mila euro al mese, numeri che hanno portato l'ente regionale a ricapitalizzare anno dopo anno. E' andata meglio sul fronte traffico, in crescita costante fino al 2016, quando le discutibili politiche sui Trasporti hanno reso possibile un'inversione di rotta fermando gli incentivi a Ryanair. Il resto è storia: il Riviera del corallo è sprofondato, perdendo non solo circa 300mila passeggeri (20%), ma anche la base della prima compagnia aerea italiana. Di questo si è parlato nell'ultimo anno, in un vortice che ha coinvolto comuni, regione, governo e commissione europea. Ora i fatti riportano ad una nuova fase per lo scalo del nord ovest Sardegna, e la palla passa però a chi ha comprato, che sarà anche il soggetto responsabile del riassetto aziendale applicando un piano industriale ovviamente ancora non noto.

Sul destino dei dipendenti nella riunione di ieri i manager sono stati chiari: ci sono auspici, ma non rassicurazioni. Quel che è certo è che i numeri saranno direttamente proporzionali al volume di traffico che si riuscirà a produrre. Volumi per cui il direttore generale Mario Peralda richiama il territorio alle proprie responsabilità, sviluppando una capacità attrattiva che lui vede nel modello Gallura-Costa Smeralda, e a cui attribuisce il boom delle prestazioni dell'aeroporto olbiese. Tutte argomentazioni più o meno condivisibili, anche se l'analisi meriterebbe una riflessione più approfondita.

Intanto la priorità resta la forza lavoro di un aeroporto, seppur sopradimensionata almeno del 35%. I dipendenti a tempo indeterminato sono poco di 250, a cui si devono aggiungere una sessantina di part time. In un aeroporto efficiente c’è un dipendente ogni 12mila passeggeri: ad Alghero il rapporto è di uno a 5mila; a Cagliari opera un addetto ogni 10mila passeggeri. Poi c'è il settore no aviation da incrementare, al Riviera del corallo un'entrata pressochè inesistente in passato. Eppure nonostante gli incrementi sui parcheggi, le pubblicità e le attività commerciali, le differenza rispetto a Elmas sono ancora vertiginose: 2,5 euro incassato a passeggero nello scalo algherese (ma prima erano appena 30 centesimi), rispetto ai 10 euro di Cagliari.