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Red 12 novembre 2016
Gaetano Mura vicino al passaggio dell´Equatore
Condizioni difficili al Pot-Au-Noir: temporali e forti colpi di vento si alternano alle calme equatoriali. Si avvicina alla posizione di Italia anche la flotta dei 29 solitari del Vendée Globe. Lo spiega bene nel suo diario di bordo il navigatore sardo, e lo confermano, con le ultime previsioni, anche i suoi routier


CALA GONONE - Gaetano Mura e Italia, il Class 40 (12metri) con le insegne dell'Enit che sta dando vita al tentativo di record sulla circumnavigazione a vela in solitario da Gibilterra a Gibilterra, è sempre più vicino al passaggio dell'Equatore. Un momento importante del suo giro del mondo: l'entrata nell'emisfero Sud, dopo circa due settimane dall'ingresso in Atlantico. E' anche una fase molto delicata dal punto di vista della navigazione oceanica, perchè la zona equatoriale è sempre caratterizzata da condizioni meteo difficili, e di conseguenza da venti instabili capaci di passare dalle estenuanti calme alle improvvise forti raffiche dei violenti temporali. Lo spiega bene nel suo diario di bordo il navigatore sardo, e lo confermano, con le ultime previsioni, anche i suoi routier. Intanto, l'Atlantico è affollatissimo di velisti solitari: alle spalle di Gaetano Mura e di Italia infatti, sta sopraggiungendo a medie folli la flotta degli Imoca 60 (18metri) della regata Vendée Globe, il giro del mondo senza scalo. Sono ventinove gli skipper in gara, la maggior parte con barche super-tecnologiche e velocissime, e sono sulla stessa rotta di Italia, poichè per tutti la prossima "boa" da girare sarà il Capo di Buona Speranza, estremo sud del continente africano. Come previsto dallo stesso Gaetano, tra pochi giorni i primi concorrenti del Vendée raggiungeranno Italia, per poi superarla. E' possibile, anche se difficile nei vasti spazi dell'oceano, che ci possano essere incontri a vista con qualcuna delle barche in corsa.

«La zona di convergenza intertropicale, dette in gergo calme equatoriali, “doldrums” per gli inglesi, ma la definizione che ne danno i nostri cugini d'oltralpe è, secondo me, quella che rende meglio l'idea del luogo: “Pot au noir”, che evoca l'essere intrappolati. La Itcz (l'acronimo inglese) è una fascia che può essere più o meno spessa da attraversare e si sposta allargandosi e stringendosi nei vari punti. Con l'aiuto delle carte e con i meteorologi si lavora per stabilire in che punto il passaggio sarà più breve e meno “doloroso”, anche in considerazione della propria destinazione, quindi l'angolo più favorevole al vento, o in questo caso il meno sfavorevole possibile, una volta usciti fuori quando si aggancerà il nuovo aliseo, quello da Sud-Est. Normalmente, con le nostre barche moderne e leggere il dazio che si paga a Nettuno in termini di tempo per l'attraversamento va dai due ai tre giorni di tempo. Non era uguale per i poveri equipaggi dei grandi e pesanti velieri mercantili sulle rotte commerciali dal Cile all'Oriente che, a ragion veduta, lo temevano almeno quanto le burrasche, poiché la cosa peggiore per chi è in cammino è non avanzare. Poteva succedere che calassero le scialuppe in mare e a remi cercassero di rimorchiare il grande veliero».

«Noi abbiamo individuato il nostro varco intorno ai 27gradi di longitudine e la scia ad angoli retti che vedete disegnare da Italia negli ultimi due giorni serve a posizionarsi al meglio, cercando di guadagnare verso ovest e non finire nella trappola del buco di vento a sinistra. E' un passaggio cruciale. Io lo definisco “un luogo” dove si ha l'impressione di aprire una porta e uscirne da un altra dopo aver fatto un'esperienza in un luogo unico che è lui è basta. Si alternano assenza totale di vento e groppi temporaleschi gravidi di pioggia o grandine con raffiche di vento che possono essere molto violente, e fulmini potenti. E' un luogo che incute timore e che veramente vuoi attraversare al più presto, ma allo stesso tempo ti affascina fortemente al punto tale da volerlo rivedere. L'uomo è uno strano animale, spesso paradossale. Oggi fa veramente caldo, quindi ho approfittato per fare una doccia e asciugare un po' di cose. Fuori ci puoi resistere poco, ma Italia all'interno è abbastanza confortevole grazie a un piccolo ventilatore elettrico, funziona proprio perché c'è il sole e quindi i pannelli caricano. Lusso sfrenato specie rispetto alla Mini Transat del 2009 (regata che si corre in solitario dalla Francia al Brasile su barchini di 6,50metri, ndr). Su quella piccola barca trovare riparo dal caldo era veramente un'ardua impresa.
 Qualche giorno fa abbiamo avuto una visita particolare. Un enorme delfino globicefalo scuro è venuto a fare qualche evoluzione sotto la pancia di Italia. Non ne avevo mai visto uno così grande tant'è che per un attimo lo avevo scambiato per un cucciolo di balena. Sfiorava letteralmente la pancia d'Italia e mi sono così emozionato, pieno di orgoglio, perché sembrava aver riconosciuto Italia come un animale degno di essere sfidato al gioco, da non essere nemmeno riuscito a fare una foto. Ma ne ho registrato gli ultrasuoni particolari con un apparecchietto che mi sono regalato prima di partire. In un prossimo diario proverò a farveli sentire».

Nella foto: Gaetano Mura
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