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A.B. 5 novembre 2016
Disabilità: Sardegna prima in Italia
Secondo i dati Istat, l´Isola è prima per l’investimento sui progetti personalizzati di sostegno: ben 352milioni di euro il valore del risparmio per la spesa pubblica sarda degli ultimi otto anni


CAGLIARI - Secondo i dati Istat, la Sardegna è la prima regione in Italia per l’investimento sui progetti personalizzati di sostegno: ben 352milioni di euro il valore del risparmio per la spesa pubblica sarda degli ultimi otto anni. I dati saranno presentati per la prima volta nel seminario di ricerca di oggi (sabato), dalle ore 16, all’Hotel Regina Margherita di Cagliari. Interverranno studiosi esperti nazionali e regionali, sia dell’ambito sociale che economico per una prima analisi sull’applicazione della L.162/98 in Sardegna, i piani personalizzati di sostegno alle persone con grave disabilità e le loro famiglie. L’approccio sarà statistico finanziario, ovvero ricavare con indicatori il piu possibile scientifici l’efficienza e l’efficacia del cosidetto “ Modello Sardegna” del quale si tratterà durante la serata.

L’applicazione della Legge 162/98, piani personalizzati di sostegno alle persone con disabilità grave e le loro famiglie, in Sardegna (noto ormai come “modello Sardegna”) ha un’esperienza quindicennale, ed oggi conta circa 34mila progetti, tutti personalizzati e co-progettati tra i destinatari dell’intervento e le loro Amministrazioni Comunali. L’obiettivo di questo primo studio, realizzato grazie al contributo della Fondazione di Sardegna, è quello di mappare e rendicontare il valore sociale dell’investimento realizzato in Sardegna con i Piani personalizzati ex lege 162/98, in un determinato arco temporale, per misurare l’impatto sociale di quanto realizzato. È stata costruita una piattaforma statistica con tutti i dati ed i relativi grafici e mappatura degli stessi su tutto il territorio sardo. Un altro strumento utilizzato è il “Social return on investment”: un approccio ed un metodo che permette di valutare il ritorno sociale di un investimento, ossia di misurare e rendicontare il cambiamento prodotto dalle azioni realizzate non soltanto in termini economici, ma in riferimento all’impatto determinato sulle persone, le organizzazioni e le comunità locali coinvolte.

In questi quindici anni di attuazione della L.162/98 in Sardegna, sono stati realizzati oltre 268.633 progetti personalizzati e co-progettati con l’utente. Oltre un miliardo di euro investiti. Si è partiti nel 2000 con i primi 123 progetti, oggi nel 2016 sono circa 34mila, distribuiti in tutto il territorio. Spesa fuori controllo o investimento? Negli ultimi sei anni la spesa si aggira sempre intorno ai 117milioni di euro. In nessuna altra regione italiana si sostiene lo stesso numero di persone a domicilio con questo investimento. L’Italia con uno stanziamento medio di 430euro pro capite è sotto la media europea, che si aggira intorno ai 538euro pro capite, dietro Francia, Germania, Regno Unito, Paesi Scandinavi, Austria, Belgio. Rispetto invece alle regioni italiane, la Sardegna è la prima sulla presa in carico per utenti (ogni cento persone) con il 39percento, a fronte della media nazionale che è del 6,9percento, proprio grazie ai progetti personalizzati.

Ancora: le persone in Italia a rischio di segregazione sono 257.009, di cui 205.258 anziani non autosufficienti o con disabilità, 49.159 adulti con disabilità e 2.593 minori con disabilità. Oggi, il 60percento dei ricoveri in Rsa è concentrato in quattro regioni: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. In Sardegna, le persone stimate a rischio di segregazione sono circa 2mila; queste stesse persone sostenute oggi nel proprio domicilio, nel proprio territorio con una spesa di 14,7milioni di euro all’anno: se istituzionalizzate, costerebbero alla comunità 58,8milioni di euro all’anno; solo da questo punto di vista il risparmio accertato per la spesa pubblica è superiore ai 40milioni di euro annui.


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