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Mariangela Pala 27 ottobre 2016
Al Parodi ritorna il successo Cant’è mara la fammi
Doppio appuntamento sabato 29 alle 21 e domenica 30 ottobre alle 19 al teatro comunale Andrea Parodi. La Compagnia teatro Sassari porta in scena lo spettacolo “Cant’è mara la fammi”, con adattamento e traduzione di Mario Lubino tratto da “Miseria bella” e “Tre poveri in campagna”, due atti unici di Peppino de Filippo


PORTO TORRES - Doppio appuntamento sabato 29 alle 21 e domenica 30 ottobre alle 19 al teatro comunale Andrea Parodi. La Compagnia teatro Sassari porta in scena lo spettacolo “Cant’è mara la fammi”, con adattamento e traduzione di Mario Lubino tratto da “Miseria bella” e “Tre poveri in campagna”, due atti unici di Peppino de Filippo
interpretati da Mario Lubino, Alfredo Ruscitto, Alessandra Spiga, Michelangelo Ghisu, Paolo Colorito e Pasquale Poddighe per la regia di Alfredo Ruscitto.

“Miseria bella” è una farsa in un atto dai toni brillanti e malinconici, rappresentata per la prima volta al teatro Kursaal di Napoli nel 1931. E' la storia di due poveri artisti senza fama, Eduardo lo scultore, Vittorio il pittore, che patiscono la fame al punto da non riuscire nemmeno a reggersi in piedi. E anche quando, non credendo ai loro occhi, trovano un pacchetto di cioccolatini, nel divorarli, scoprono che sono purgativi. La storia ruota attorno ai due protagonisti che vivono miseramente in una spoglia soffitta, digiunando da giorni. La situazione, nella sua drammaticità, assume toni divertenti ed esilaranti, grazie anche ai numerosi lazzi che si creano quando entra in scena un ricco possidente, Melasecca, per fare un'ordinazione e viene preso dai crampi allo stomaco che lo costringono a mangiare davanti ai due affamati. Oppure quando Pasquale il portiere descrive minuziosamente il pranzo che gli ha preparato la moglie: pasta e fagioli con baccalà e i due, agitati, bevono grossi sorsi d'acqua per lenire il languore. Divertentissima è infine anche la scena in cui giunge una giovane donna ricca e viziata, Giulia, che lo scultore aveva conosciuto in precedenza, magnificandole lo studio.

La commedia “Tre poveri in campagna“, è un lavoro divertentissimo che ha come tema dominante la fame. Tre personaggi che a fatica sbarcano il lunario decidono di mangiare a sbafo in una trattoria. Ognuno finge di essere ricco o di appartenere ad una famiglia blasonata da cui, per futili motivi, è stato diseredato. Naturalmente il pretesto della fame origina una serie di colpi di scena, gags, agnizioni, dall’esito esilarante.


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