CAGLIARI - «Lascio tre anni di lavoro nei quali la Cisl è stata un pungolo per questa Giunta Regionale, che abbiamo sempre tenuto “sotto controllo”, chiedendo il dialogo e aprendo a nuove prospettive per il lavoro, l'occupazione e il rilancio di un progetto di sviluppo. Che ancora tarda a venire perchè siamo ancora agli annunci». Così, Oriana Putzolu, per pochi giorni ancora segretaria della Cisl Sardegna, che lascerà dopo tre anni. Oggi (giovedì), l'ufficializzazione del passaggio di consegne che avverrà lunedì 24 ottobre (in pole position per sostituirla il numero due di Cisl Sardegna Ignazio Ganga), mentre Putzolu ricoprirà la carica di presidente dell'Associazione nazionale oltre le frontiere.

«Non nascondo che la segretaria generale Anna Maria Furlan ha fatto molte pressioni perchè io ricoprissi questo incarico nazionale sui temi dell'immigrazione che si stanno vivendo nel Paese e in Sardegna in particolare - spiega Putzolu all'agenzia di stampa Dire - è un incarico importante, l'Anolf è la prima associazione in Italia per la rappresentanza degli immigrati». Per quanto riguarda il cambio al vertice nel sindacato sardo, Putzolu è sicura: «La Cisl darà continuità al lavoro portato avanti in questi anni». Sul passaggio della segretaria regionale della Cisl sarda Oriana Putzolu alla presidenza dell'Anolf, Furlan commenta: «Finalmente ci ha detto di si, Oriana ha grande esperienza e grandi capacità».

«La situazione della Sardegna è assolutamente preoccupante, l'Isola è la cartina da tornasole di questo Paese. La Giunta Regionale può e deve fare molto di più. La Cisl Sardegna l'ha chiesto tante volte, servono investimenti anche quando si lavora e si ragiona sull'occupazione». Così il segretario generale della Cisl Anna Maria Furlan, questa mattina a Cagliari per presiedere il comitato esecutivo regionale, in programma al T Hotel. «La ripresa è ancora troppo debole, non ce lo dice solo il Pil, ce lo dicono anche la mancanza di investimenti e di infrastrutture, e i tanti disoccupati - spiega Furlan - quindi il tema in Sardegna, come in Italia, è la crescita e lo sviluppo, senza i quali non si crea benessere e posti di lavoro».