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A.B. 1 ottobre 2016
In arrivo il decreto per l’etichetta di origine del grano
«Un ottima notizia per gli agricoltori e i consumatori», commentano i vertici regionali di Coldiretti


CAGLIARI - Dopo quello per il latte è in dirittura di arrivo anche il decreto per l’etichettatura di origine obbligatoria del grano usato per la pasta. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi giovedì a Firenze, durante la manifestazione per l’olio extravergine di oliva promosso dalla Coldiretti, dove ha anche ha rivelato che nel quadro economico del Def, che verrà seguito dalla legge di Stabilità il 15 ottobre, è stato previsto che la parte di Irpef agricola sarà cancellata dal 2017. «Se dopo quello per il latte arrivasse anche questo decreto per il grano sarebbe un grande successo – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - I prodotti made in Italy hanno bisogno di essere tutelati con la trasparenza. Se tutti riportassero in etichetta l’origine faremo dei grandi passi in avanti nel contrastare i falsi che oggi sono i peggiori avversari dei produttori e dei consumatori. Purtroppo oggi  un pacco di penne e spaghetti su tre contiene prodotto straniero ed il consumatore è ignaro di questo al momento dell’acquisto».

Quest’anno, il prezzo del grano è crollato, tornando indietro di quarant'anni. Nel 1976, il grano era pagato al produttore a 48mila lire, oggi appena 20euro (l’anno scorso 30). Crisi che compromette l’agricoltura. La Sardegna, conosciuta come granaio di Roma, e che ancora tra la fine dell’Ottocento e l'inizio del Novecento era la seconda regione in Italia per superficie coltivata a grano con 158mila ettari. Oggi, se ne coltiva appena un quarto (meno di 40mila ettari). Oltre 58mila ettari (il 60percento) si sono persi in dodici anni: nel 2004, la superficie coltivata a grano sfiorava i 100mila ettari. L’Italia è il principale produttore europeo di grano duro destinato alla pasta con 4,8milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3milioni di ettari. Ma sono ben 2,3milioni le tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero e di queste, oltre la metà, per un totale di 1,2milioni, arrivano dal Canada. Solo nel primo semestre di quest’anno, le importazioni nella Penisola sono aumentate del 14percento rispetto allo stesso periodo del 2015.

«La Coldiretti è in campo a tutti i livelli per difendere il nostro patrimonio agricolo – spiega il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – Il nostro è un grano garantito, garantito e certificato. Dal 22 agosto, grazie al decreto del Ministero della Salute, c’è anche il divieto, per gli agricoltori italiani, ad utilizzare il glifosate nelle coltivazioni in pre-raccolta. Il problema però rimane, perché il divieto non è esteso a quello importato, che arriva da nazioni dove ne fanno ampio uso. Per questo, è fondamentale l’etichetta di origine, dare la possibilità al consumatore di poter conoscere e scegliere in modo consapevole il prodotto che compra. Come Coldiretti Sardegna – conclude il direttore – siamo impegnati in diversi progetti per portare la pasta 100percento sarda nelle mense. Inoltre, è in corso il progetto, in collaborazione con Confcommercio e Confesercenti per portare nelle nostre pizzerie la pizza tutta sarda, dal campo al forno».
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