Sottoposto a regime di detenzione nel carcere di Uta, che giovedì mattina taglierà il traguardo della laurea in Ingegneria civile, discutendo alle 12 la sua tesi con la prof.ssa Alessandra Carucci
CAGLIARI - La scuola e l’università possono essere strumento di recupero umano e di riscatto sociale: lo dimostra la storia di un laureando, attualmente sottoposto a regime di detenzione nel carcere di Uta, che giovedì mattina taglierà il traguardo della laurea in Ingegneria civile, discutendo alle 12 la sua tesi con la prof.ssa Alessandra Carucci.
Si tratta di un’esperienza di grande spessore umano, che ha visto coinvolti e partecipi nel percorso di studi compiuto – con il necessario affiancamento e supporto – il personale della Facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università di Cagliari, con i presidi Carucci e Corrado Zoppi che in questi anni si sono succeduti alla guida della Facoltà, e quello del personale del carcere – in primis il direttore Gianfranco Pala – per consentire allo studente di raggiungere l’importante risultato.
Renzo (questo il nome di battesimo del particolare laureando) discuterà la sua tesi alle 12 di giovedì 29 settembre nell’Aula Magna di via Marengo (piazza d’Armi). Assisteranno alla discussione anche il Rettore Maria Del Zompo e il direttore del carcere di Uta, Gianfranco Pala.
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