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A.B. 19 agosto 2016
Flumini Mannu: Coldiretti ed Aras pronte alle barricate
«L’agricoltura non può essere sacrificata in nome di una presunta utilità pubblica», attacca la Coldiretti. «Pronti a fare le barricate insieme ai nostri 15mila soci per difendere la famiglia Cualbu e le altre imprese agricole minacciate di perdere la terra per il progetto del termodinamico», annuncia l´Aras


CAGLIARI – Proseguono le polemiche sull'impianto di Flumini Mannu [LEGGI]. Coldiretti Sardegna, che dal primo momento si è schierata a fianco degli agricoltori ed allevatori di Gonnosfanadiga, Guspini, Villasor e Decimoputzu minacciati di perdere i propri terreni a favore di due megaimpianti solari termodinamici, presentando anche delle osservazioni al Ministero dell’Ambiente, conferma la propria vicinanza alla famiglia Cualbu e a tutti gli agricoltori coinvolti e chiede il pronunciamento della politica sarda in questa assurda vicenda che vede diversi imprenditori agricoli lottare e spendere soldi per difendere la propria terra frutto spesso di generazioni di lavoro e unica fonte di sostentamento. «E’ davvero una situazione assurda – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - ormai non siamo neppure sicuri a casa nostra. In nome di una pubblica utilità (anche se non si capisce di quale pubblico) si vuole cancellare la storia di diverse famiglie, esponendole a ingenti spese per difendere la propria proprietà. Chi ci rappresenta nelle massime istituzioni – secondo il presidente della Coldiretti - non può tacere, ma ha il dovere di esprimersi, secondo noi, a favore e in difesa di chi attraverso il proprio prezioso lavoro, è tra gli artefici di quell’agroalimentare made in Sardinia tanto decantato, ma spesso, soprattutto nei momenti di difficoltà, lasciato solo».

«Si tratta – continua sulla stessa linea il presidente di Coldiretti Cagliari Efisio Perra, che ha ribadito la posizione della Coldiretti anche il 2 luglio scorso a Gonnosfanadiga, durante l’ultimo sit-in dei comitati contrari agli impianti - di una progetto calato dall’alto e rifiutato dalle popolazioni locali. In questo modo, si mette in discussione il diritto e la certezza della proprietà privata. In pratica, ci stanno dicendo che chi ha i soldi ha il diritto di comprare la storia e la dignità di chi non ha tanta disponibilità economica – evidenzia ancora Perra - Si nega ogni diritto a uomini e donne che dignitosamente e con grandi sacrifici hanno scelto e vogliono continuare a fare i contadini e i pastori. Inoltre, oltre ad umiliare le persone, rischiamo di perdere centinaia di ettari di terra ad alta vocazione agricola. Ma se davvero prevalesse questo principio, che futuro potrà avere la nostra agricoltura?». «Lo spazio per le energie rinnovabili c’è ed è anche compatibile con l’agricoltura e la pastorizia – evidenzia Cualbu – Si tratta solamente di avere buon senso e finirla di rifugiarsi dietro i silenzi di convenienza o delle leggi astruse. La Coldiretti non è abituata a chiudere gli , nè a trincerarsi dietro proteste fini a se stesse, ma sa assumersi le proprie responsabilità. Abbiamo tante aree (quelle industriali dismesse e compromesse dal punto di vista ambientale per esempio) da destinare alla produzione energetica e non ci sembra il caso e non ci sono le condizioni, ancor meno la necessità di pubblica utilità, per poter sacrificare suolo agricolo. Anzi rivendichiamo a gran voce l’utilità pubblica dell’agricoltura». «In questo momento – concludono i due presidenti – non serve l’ignavia, ma posizioni chiare da parte di tutti ed in particolare dal mondo politico (la Giunta e il Consiglio Regionale, ma anche i parlamentari sardi). E’ in casi concreti come questi, e non nei comizi, che si evince la vicinanza all’agricoltura».

«La famiglia Cualbu di Decimoputzu e tutti gli allevatori e agricoltori coinvolti nella vicenda del termodinamico non sono soli». Lo dicono, a nome dell’Aras, il presidente ed il direttore Stefano Sanna e Marino Contu, pronti «a fare le barricate, insieme ai nostri 15mila soci, in difesa delle terre». L’Associazione regionale allevatori è stata tra le prime a schierarsi in difesa delle imprese agricole che si sono rifiutate di concedere le proprie terre alla multinazionale con sede a Londra, che intende realizzare degli impianti termodinamici. «Quando è stato presentato questo progetto – ricorda Contu - ci siamo schierati senza esitazioni dalla parte dei nostri soci e degli agricoltori che hanno le proprie aziende nelle terre interessate dai progetti sugli impianti termodinamici. Anzi, abbiamo subito raccolto altre autorevoli adesioni per rafforzare questa battaglia di dignità e libertà, a cominciare dalle associazioni agricole, i Consorzi per la tutela dei pecorini Dop e quello dell’agnello Igp». «E’ incedibile come in un paese democratico ci siano ancora queste falle - spiega Sanna – zone franche che consentono alle multinazionali delle energie alternative di espropriare, in nome di una pubblica utilità, della propria terra gli allevatori e agricoltori. Si stanno privando le persone dei diritti elementari, per questo siamo pronti a difendere insieme ai nostri 15mila soci le terre dei nostri colleghi e chiediamo altrettanta fermezza al mondo politico sardo, al presidente e alla Giunta Regionale in primis, che devono guidare la rivolta dei sardi a questo sopruso».
27/3/2024
Una buona notizia che arriva dopo le recenti segnalazioni da parte di Anbi Sardegna, del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale e di Coldiretti Sardegna che avevano denunciato lo sversamento a mare dell’acqua del Tirso, diga che aveva superato il limite di guardia, con il conseguente spreco della preziosa risorsa


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