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Olbia 24notiziesardegnaCronacaSicurezza › «In Sardegna, cronica mancanza di agenti»
A.B. 21 maggio 2016
«In Sardegna, cronica mancanza di agenti»
«Mancano 190 poliziotti penitenziari nelle carceri della Sardegna». La denuncia è di Roberto Melis, segretario regionale dell´Organizzazione Sindacale Autonoma della Polizia Penitenziaria


CAGLIARI - I dati relativi alla Regione,rispetto alla pianta organica ministeriale, aggiornato a gennaio 2016 è di 1474, a cui vanno sottratte circa 170 unità assenti per malattia, con un ammanco di circa 360 unita, ma nonostante ciò è necessario un plauso a tutto il personale che presta servizio, il quale seppur con gravi carenze organiche, quotidianamente garantisce la sicurezza all'interno delle carceri sarde. Altra grave carenza evidenziata dall'Osapp è l'assenza di personale del ruolo dei sottufficiali, carente ad oggi di circa 150 unità. In quasi tutti gli istituti, la sorveglianza generale viene garantita dagli assistenti capo, compito invece normativamente previsto al ruolo appunto degli ispettori e dei sovraintendenti, ma purtroppo, proprio a causa della carenza cronica di questi ultimi, le direzioni si vedono costrette ad assegnare tali responsabilità appunto agli assistenti capo più anziani in servizio. Ci troviamo di fronte a delle realtà nelle quali la situazione assume ragioni di maggiore criticità, come ad esempio negli istituti di Oristano, Cagliari, Tempio Pausania, Nuoro e Sassari, senza ovviamente dimenticare le altre strutture penitenziarie sarde”.

Inizia così l'analisi della situazione carceraria isolana di Roberto Melis, segretario regionale dell'Organizzazione Sindacale Autonoma della Polizia Penitenziaria. «Nello specifico – prosegue - nel nuovo complesso penitenziario di Oristano (Massama) la pianta organica prevede 176 poliziotti a fronte dei 143 attualmente in organico. Qui momentaneamente non si naviga in ottime acque, ad oggi ci risultano circa 300 detenuti su 260 posti previsti, da non dimenticare ovviamente i circa 50 ergastolani, in gran numero provenienti dal sud Italia e ristretti in regime di alta sicurezza con tutte le problematiche dovute al tipo di regime penitenziario previsto. Nel nuovo carcere di Cagliari (Uta), dove la pianta organica prevede 445 poliziotti a fronte dei 390 attualmente in organico, sembrerebbe che le problematiche siano dovute maggiormente al fatto che la struttura da poco aperta sia già a pieno regime. Infatti, a oggi, sono presenti un totale di circa 600 detenuti (su 570 posti disponibili) di cui una trentina di donne, e oltre un centinaio di detenuti stranieri. Anche a Tempio (Nuchis), la pianta organica prevede 161 poliziotti a fronte dei 91 attualmente in organico: qui sono presenti solo detenuti in regime di alta sicurezza, ovvero circa 180 per 160 posti regolamentari».

E la disamina del segretario prosegue anche con le altre carceri sarde. «Nel Penitenziario di Nuoro ricorda - la pianta organica prevede 191 poliziotti a fronte dei 150 attualmente in organico dove sono reclusi circa 200 detenuti di cui 100 in regime di alta sicurezza, in quanto appartenenti alla criminalità organizzata. Mentre Sassari (Bancali), la pianta organica prevede circa 392 agenti a fronte dei 322 attualmente in organico, e dove oramai si sta raggiungendo la soglia dei 450 detenuti. In questo penitenziario, c'è il padiglione riservato ai detenuti in regime di 41 Bis (90 posti sono destinati alla massima sicurezza). Non meno preoccupante - spiega Melis - la situazione dei Nuclei Traduzione e Piantonamenti, i quali hanno quotidianamente una grossa mole di traduzioni sia regionali che interregionali. Anche in questo caso, gli organici sono nettamente inferiori rispetto alla crescente movimentazione dei detenuti ordinari, 41/Bis e alta sicurezza. I Nuclei di Sassari, Cagliari, Nuoro, Oristano e Tempio molte volte si trovano costretti e sguarnire le sezioni detentive per poter garantire lo svolgimento di tutti i movimenti previsti. Critica la situazione anche per la riduzione dei budget di spesa per la manutenzione ordinaria degli automezzi che in queste condizioni non aiutano certamente un sicuro svolgimento del servizio, soprattutto perché la maggior parte di questi mezzi sono datati e con numerosi chilometri percorsi». In fine, il segretario regionale dell'Osapp spiega che a complicare ancora di più la situazione è la palese carenza dei direttori in servizio, i quali ad oggi, sono rimasti solo in cinque a svolgere servizio nei dieci istituti di pena sardi.


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