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Red 26 aprile 2016
Via Ferrata del Cabirol: chiarimenti all´Ue
Le associazioni ecologiste Mountain Wilderness Italia onlus e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Mountain Wilderness hanno richiesto delucidazioni in merito alla realizzazione della Via Ferrata del Cabirol di Alghero


ALGHERO - Le associazioni ecologiste Mountain Wilderness Italia onlus e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Mountain Wilderness hanno richiesto delucidazioni in merito alla realizzazione della Via Ferrata del Cabirol e di alcuni itinerari di arrampicata sportiva presenti all’interno del Parco naturale regionale di Porto Conte ad Alghero. Tale decisione è scaturita dopo avere appreso che l’area presenta il massimo livello di pericolosità di frana (categorie Hg4- Pericolosità di frana Molto Elevata e Rf4 – Rischio di frana Molto Elevato) e che la costruzione della via ferrata, che attraversa un’area protetta, coinvolge siti di nidificazione di specie avifaunistiche di primaria importanza come il Falco pellegrino (Falco peregrinus).

Alla richiesta di informazioni agli enti preposti, tra cui la Commissione Europea e il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, le due associazioni fanno seguire una richiesta di eventuale adozione di provvedimenti finalizzati alla salvaguardia dell’incolumità dei frequentatori e dei valori ambientali e paesaggistici. La parete rocciosa di Capo Caccia costituisce parte del demanio marittimo (art. 822 e ss. cod. civ.), è tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), mentre la fascia dei mt. 300 dalla battigia marina è tutelata con specifico vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993). Rientra, inoltre, nella zona di protezione speciale - ZPS ITB013044 e nel sito di importanza comunitaria - SIC “Capo Caccia (con le Isole Foradada e Piana) e Punta del Giglio” (codice ITB010042) ai sensi della direttiva n.92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat e nel parco naturale regionale “Porto Conte” (leggi regionali n. 31/1989 e s.m.i. e n. 4/1999). E’, inoltre, contigua all’area marina protetta “Capo Caccia / Isola Piana”.

«Eravamo preoccupati non solo per la salvaguardia delle specie ma anche per l’incolumità delle persone - sottolinea Mountain Wilderness Italia - ci siamo chiesti come fosse possibile progettare questi percorsi in un’area indicata come a ‘rischio molto elevato di frana’ e ci allerta il fatto che ancoraggi come quelli utilizzati sul posto siano stati causa di incidenti, non solo in Sardegna». Secondo la documentazione raccolta dalle associazioni l’area occupata dagli itinerari è classificata nel contesto di “Natura 2000” come Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale e ciò prevede una serie di tutele, in particolare per quanto riguarda le piante e gli animali. Alcuni degli uccelli più rari d’Europa come Grifoni, Falchi pellegrini e l’Uccello delle Tempeste, sono di casa a Capo Caccia e vengono indicati dalla Comunità Europea come “specie prioritarie” in quanto rare o a rischio di estinzione.

Difficili da raggiungere, le pareti sono scelte per nidificare proprio per la loro inaccessibilità e la loro frequentazione da parte dell’uomo può portare all’abbandono dei piccoli e alla creazione di nidi altrove. «Alle volte ci viene da pensare che un’attività che si svolge in ambiente sia un’attività che lo vive con rispetto - continua Mountain Wilderness Italia, “ma questo è vero solo quando chi la pratica adatta le proprie azioni alle esigenze della Natura e non viceversa. Solamente allora possiamo parlare di sport sostenibili». Mountain Wilderness Italia non è contraria alla frequentazione dell’ambiente ma è giusto che non venga considerato solo una palestra o un parco giochi. E’ favorevole ad una valorizzazione del territorio rispettosa delle normative ambientali e della sicurezza, per permettere ai cittadini di usufruirne in maniera rispettosa e senza pericolo. Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ritiene, infine, che Capo Caccia sia uno dei gioielli naturalistici più importanti del Mediterraneo e il valore ambientale è dato anche e soprattutto dalla frequentazione continua di specie faunistiche di primario rilievo: l’uomo e le sue attività, comprese quelle di richiamo turistico, devono accedervi in punta di piedi, con estremo rispetto.
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