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S.A. 15 febbraio 2016
«Svendita mare sardo, Stato chiarisca»
È quanto dichiarato dal consigliere regionale e sindaco di Golfo Aranci, Giuseppe Fasolino, sulla vicenda che ha portato il 21 marzo 2015 a Caen alla firma di un accordo bilaterale tra Italia e Francia


OLBIA - «Ecco l’ennesimo provvedimento calato dall’alto dal Governo nazionale a danno della Sardegna, al quale fa eco il mutismo istituzionale della Regione. Un’azione quella che vorrebbe una riduzione delle acque territoriali italiane, a vantaggio di quelle francesi, che rischia di penalizzare sempre di più la categoria dei pescatori sardi, già messa a dura prova da una crisi senza precedenti, da un continuo aumento dei costi e da una serie di incombenze burocratiche che di certo non facilitano chi tutti i giorni sfida il mare per guadagnarsi da vivere».

È quanto dichiarato dal consigliere regionale e sindaco di Golfo Aranci, Giuseppe Fasolino, sulla vicenda che ha portato il 21 marzo 2015 a Caen alla firma di un accordo bilaterale tra i ministri degli Esteri francese Laurent Fabius, recente dimissionario, e quello italiano Paolo Gentiloni, relativo alla delimitazione dei mari territoriali e delle zone sotto giurisdizione nazionale tra l’Italia e la Francia. «Serve che il Governo faccia subito chiarezza – prosegue Fasolino -tra smentite di partito e risonati conferme rischiano di sparire le zone più pescose al largo della Liguria e della Sardegna e gli unici che, per usare un gioco di parole, si troveranno sempre più con i piedi all’asciutto saranno i nostri pescatori. È sconcertante come tutto quello che stava accadendo sia rimasto nell’ombra sino a quando alcuni nostri pescherecci non sono stati bloccati dai francesi facendo emergere il problema».

«Un accordo – aggiunge Fasolino – a dir poco penalizzante per i pescatori, in particolar modo per quelli sardi e rispetto al quale fatico sinceramente a trovare una motivazione logica e giustificabile, mi auguro che la Regione faccia, almeno in questa occasione, sentire la sua voce a tutela di un’attività produttiva tra le più economicamente e socialmente importanti per la nostra isola». «Cedere, seppur a fronte di un accordo internazionale- conclude Fasolino – una delle aree notoriamente più pescose e battute dalle imbarcazioni della flotta sarda significa ancor più affossare e condannare a morte certa un comparto che proprio nei giorni scorsi in audizione in Terza Commissione regionale rimarcava le proprie difficoltà e di contro raccoglieva buoni propositi proprio per rilanciare la pesca isolana con azioni e strategie per riportare a valori dignitosi il livello del reddito dei pescatori».

Nella foto: Giuseppe Fasolino


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