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Mariangela Pala 8 febbraio 2016
Porto Torres, Randagismo: cani in libertà dopo sterilizzazione
L’amministrazione comunale, nei giorni passati ha incontrato il servizio veterinario della Asl e i responsabili dell’Eni. Ora c’è un accordo per la reimmissione dei cani in libertà dopo la sterilizzazione


PORTO TORRES - Dopo la denuncia del presidente della Lega nazionale per la difesa del cane Sebastiano Candidda e del Comitato per la lotta al randagismo, sulla condizione insostenibile dei cani adulti e cuccioli che circolano nello stabilimento Eni, interviene l’amministrazione comunale. «È in gioco la salute degli animali e la sicurezza del personale che lavora nel sito. Questo impegno ci è stato riconosciuto sia dall’azienda che dall’ente sanitario. Non è il momento di polemizzare con chi, probabilmente, persegue obiettivi diversi e negli anni ha più volte preteso di gestire i canili comunali. Bisogna rimboccarsi le maniche».

L’assessore all’Ambiente, Cristina Biancu, interviene in merito alle attività di contrasto al randagismo attuate all’interno del perimetro degli impianti Eni. Nei giorni scorsi Candidda aveva contestato il mancato coinvolgimento delle associazioni di tutela animale e la carenza di interventi di soccorso da parte dell’amministrazione comunale, verso i cuccioli e cuccioloni presenti nel sito, e chiedeva l’ attivazione del prelievo e ricovero presso un canile in modo da tutelare la loro vita. Una situazione che coinvolgeva anche il problema igienico-sanitario all’interno della mensa della zona industriale, dove lavoratori sono costretti a “convivere” fra quantità considerevoli di escrementi.

L’amministrazione comunale, nei giorni passati ha incontrato il servizio veterinario della Asl e i responsabili dell’Eni per individuare soluzioni condivise. «Il problema va affrontato in prima battuta da un punto di vista legale, tenendo conto del fatto che si tratta di interventi da effettuare in un’area privata. Solo in seguito – aggiunge l’assessore – si potranno coinvolgere le associazioni. Ci stiamo appoggiando su una legge regionale, la numero 21 del 1994, che prevede la sterilizzazione delle femmine e la reimmissione in ambiente. Nella riunione a cui ho partecipato assieme al Presidente della Commissione consiliare, Gavino Bigella, si è deciso di attuare, per la prima volta, questa procedura a Porto Torres».

«È l’inizio di un percorso che contribuirà a contenere gli effetti negativi della proliferazione dei cani. Spendiamo ogni anno circa 200mila euro di fondi pubblici per la gestione dei nostri canili comunali e per le convenzioni. Stiamo cercando soluzioni alternative sia per tutelare gli animali che per risparmiare denari: lanceremo a breve – conclude l’assessore – una campagna di sensibilizzazione e incentivazione all’adozione dei cuccioli e dei cani oggi ospitati nelle strutture convenzionate».


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